La determina nel link: https://ww2.gazzettaamministrativa.it/opencms/opencms/_gazzetta_amministrativa/albo_pretorio/_abruzzo/_comuni/_chieti/determinazioni/2022/Pratica_1672334896254/doc22_01400.pdf
“Si tratta di interventi attesi e importanti perché avviano un cammino di messa in sicurezza, controllo e monitoraggio a cui la nostra Amministrazione tiene molto e che considera una delle maggiori priorità della città – così il sindaco Diego Ferrara e l’assessore ai Lavori Pubblici Stefano Rispoli – Procediamo con gli incarichi perché la struttura comunale non ha al suo interno personale specifico da destinare allo scopo, con l’ufficio tecnico del V settore abbiamo posto le basi dell’azione, il Responsabile unico del procedimento resta il nostro ingegnere Tommaso Colella, che fra le varie attività del settore si occupa principalmente di prevenzione e interventi sul dissesto idrogeologico. Con le somme avremo a disposizione 5 professionisti fra ingegneri, architetti, geologi, geometri e archeologi che ci supporteranno per i primi interventi finalizzati alla messa in sicurezza dell’area. Non esiste al momento un allarme imminente, ma la zona è da tempo interessata da cedimenti del suolo in vari punti, su cui è indispensabile intervenire, tant’è che vi sono condomini già svuotati e altri in via di sgombero proprio per tali motivi. Si procederà innanzitutto con: la realizzazione di percorsi in sicurezza per i pedoni, a tal fine sarà interdetto il marciapiede di via Gran Sasso in corrispondenza della spalla ovest del viadotto a tutela del dissesto dell’adiacente muro di cinta; sarà interdetta anche l’area di viale Gran Sasso a ridosso del versante del Fosso di Santa Chiara; si procederà al ripristino della pavimentazione dissestata lungo la spalla ovest del viadotto e all’installazione dei primi strumenti di monitoraggio dell’area. Si continuerà poi in base alle specifiche competenze dei professionisti individuati per la progettazione definitiva ed esecutiva e la realizzazione degli interventi di messa in sicurezza della zona.
Negli ultimi mesi abbiamo inoltre avviato un’importante sinergia oltre che con l’Agenzia di Protezione civile regionale, a cui abbiamo chiesto di poter vedere riconosciuto lo stato di emergenza per le aree cittadine già interessate dal fenomeno, anche con la Facoltà di Geologia dell’Università d’Annunzio e in particolare con il professor Nicola Sciarra, grazie a cui stiamo monitorando l’area, in cui risiede una popolazione di circa 2.000 persone e dove insistono edifici già sgomberati o evacuati. Per la prima volta accade a Chieti che si agisca in modo così strutturato, pensando a un’azione di intervento e di monitoraggio. Proseguiamo lungo questo percorso per avere una mappatura più approfondita e uno studio più puntuale sulle varie situazioni di rischio. Si auspica di riprendere e potenziare il progetto Chieti, che ha previsto interventi su tutto il territorio comunale. Lavorare sull’area è necessario, al contempo siamo alla ricerca di ulteriori finanziamenti per dare risposte anche alla zona di Sant’Anna, Colle Marcone e le altre”.
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