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“Beati gli inquieti” di Stefano Redaelli: il tema della rubrica di Michele Fina

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Protagonista un uomo che decide di fingersi paziente in una casa di salute mentale dialogando con gli ospiti attorno a riflessioni sul mondo

REGIONE – Nel 58esimo incontro della rubrica di Michele Fina “Un libro, il dialogo, la politica” è stato ospite Stefano Redaelli. E’ stato presentato il suo romanzo “Beati gli inquieti” (Neo. Edizioni).

Fina ha sottolineato: “Abbiamo presentato molti bei romanzi e questo è senza dubbio tra i più belli. Come lo scrittore la casa editrice che l’ha pubblicato è abruzzese, ha sede a Castel di Sangro, ha proposto negli anni titoli di qualità. E’ un racconto in cui un personaggio, simile all’autore, decide di fingersi paziente in una casa di salute mentale e dialoga con gli ospiti. Si tratta di dialoghi molto toccanti attorno alla riflessione su questo mondo”.

Redaelli ha spiegato che “il libro viene da lontano, l’idea è di 13 anni fa. Corre su due binari: l’esperienza e la conoscenza diretta di una struttura psichiatrica e dei suoi pazienti, che ancora continuano oggi a essere amici; lo studio delle rappresentazioni letterarie della follia. A volte essa si manifesta come un discorso di verità messo a tacere della società”.

Per Finala lettura e quindi la letteratura è ascolto, e questo romanzo consente l’ascolto di un ascolto, e alla fine diventa specchio: nel guardare queste storie si cerca molto più del solito di vedere se stessi, la difficoltà di ognuno di noi di stare nel mondo. In questo libro si rende giustizia della complessità con cui si entra a contatto dialogando con queste persone speciali”.

L’autore ha definito quello raccontato nel suo romanzo “l’ascolto è di un’alterità estrema. Il protagonista capisce che l’unica cosa che si può fare è ascoltare, lasciare che i sensi e i dolori entrino dentro di lui. Succede che ciò che sembra così incomprensibile possa diventare specchio, lente, risonanza, fuoco. La riforma Basaglia ha compiuto una grande rivoluzione, ha chiuso i manicomi, ma nessuno ci va. Persistono i cancelli invisibili, soltanto la cultura può porvi rimedio. Nell’ascolto vengono fuori mondi separati ma alle volte illuminati da una luce straordinaria. Nella letteratura questo è un tema che sta crescendo e questo ci deve far riflettere e ci deve confortare. Il protagonista del romanzo va per ascoltare e si ritrova ascoltato, va per vedere e si ritrova visto”.

La registrazione del dialogo è disponibile qui https://www.facebook.com/watch/live/?v=1114153262383903&ref=watch_permalink

“Beati gli inquieti” di Stefano Redaelli: il tema della rubrica di Michele Fina ultima modifica: 2021-05-10T18:40:27+00:00 da Marina Denegri
Pubblicato da
Marina Denegri

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