Al Mediamuseum Dante Marianacci e Giuseppe Nicola Smerilli

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PESCARA – Oggi, 1° giugno alle ore 18.00 al MediaMuseum di Pescara sarà presentato l’ ultimo libro di Dante Marianacci, Sconfinamenti, (pubblicato recentemente in prima edizione dalla casa editrice ungherese Széphalom Könyvmúhely, nella traduzione di Margit Lukacsi) e inaugurata la mostra fotografica di Giuseppe Nicola Smerilli, Dopo l’ultimo vento, 20 grandi tavole che si ispirano alle poesie di Marianacci. Alla serata, insieme a Marianacci e Smerilli, con la presentazione di Lucilla Sergiacomo, interverrà Angelo Piero Cappello.

Scrive Renato Minore nel catalogo dedicato a “Dopo l’ultimo vento”:

Mari d’ erba e ulivi piegati, albe evanescenti, scie fantasmatiche di luna e fiori- farfalla danzanti, filamenti impercettibili di luce e vitalissimi fiori e fogliami, rocce a strapiombo sull’acqua e sabbie appena increspate spingono il linguaggio ad aprirsi su ciò che sta oltre la sua presa, forando le parole per non ridurle a flatus vocis, graffito astratto, pelle senza corpo. E’ come un gioco leggero il pensiero,/sospeso/una piuma che riprende il suo volo/nel vento di queste colline.” Circoscrivendo il sogno di Marianacci con il suo tesoretto stellare e materico di mondi, anche immaginari e dolcemente ossessivi, appena mossi dal vortice di una metamorfosi che li trasforma in ogni momento, Smerillispinge la parola poetica a mutarsi in crittogramma, in una corsa-rincorsa verso forme più semplificate e quasi archetipe. Uno stupore perplesso o una perplessità stuporosa dall’immagine si specchia nel verso e dal verso si specchia nell’immagine.

Scrive Giorgio Patrizi nella prefazione al volume:

Percorso complesso, intellettualmente, psicologicamente, stilisticamente, quello che Marianacci disegna nella sua raccolta a testimonianza di una densità del fare poesia che sembra venire da tempi altri, lontani, ben diversi da quelli attuali che mostrano di amare improvvisazioni, superficialità, verbosità. Qui siamo dinanzi ad una poesia che ha attraversato il Novecento, raccogliendone, come una massadi detriti trasportati nel vortice fluente del discorso, suggestioni tematiche e linguistiche. E’ in atto qui una retorica accorta, costruita sapientemente su un discorso quotidiano e su quello alto, da ‘grande stile’, con un intreccio di registri che calibra abilmente evocazioni, suggestioni, confessioni, particolari realistici ed onirici. In questa molteplicità di dettati, Marianacci raccoglie una vitale e sofferta percezione del mondo, con la sensibilità e la strumentazione emotiva ed espressiva di un poeta che testimonia un’uscita dal 900, verso nuovi porti, nuove navigazioni.

Scrive Dacia Maraini:

Apparentemente non c’è legame fra le fotografie misteriose, lucide, di un lirismo sofisticato e pensoso di Nicola Giuseppe Smerilli e le poesie criptiche di Marianacci invece, proseguendo nella lettura e nella contemplazione, si scopre che il legame c’è, anche se sotterraneo: il dialogo prosegue latente, oscuro, e faticosamente fluisce nei meandri di un pensiero visivo. Un laccio di luce nel buio di una foto che non vuole parlare. Ed ecco la notte che arriva, raccogliendo ‘a brandelli i silenzi’, lì dove le strade stanno in un pugno di case, a sognare più in alto, sul colle’. Le immagini sono spesso enigmatiche. Accennano a forme larvali, appena colte nel sonno. La voce incalza, rapida e incisiva:’Incerti ripetemmo il sacrificio e fu la fine di una fine.” Qualcosa di Archiloco e Ipponatte? Un cammino lieve sulle tracce di una parola antica? E’ bello riandare con la mente ai versi greci, anche se poi manca l’aulos, il flauto di accompagnamenti.
Eppure pare di udirlo in una lontana memoria verbale […] E’ dolce il leggere ed è dolce il guardare quando due pensieri si intrecciano con sottile sapienza.

Al Mediamuseum Dante Marianacci e Giuseppe Nicola Smerilli ultima modifica: 2011-06-01T00:24:29+00:00 da Gulizia Leonello
Pubblicato da
Gulizia Leonello

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