A Ripe di Civitella i geologi inviati dalla Protezione civile nazionale

Condividi

Ieri il sopralluogo per valutare l’evoluzione del grave movimento franoso. Rimane l’ordinanza di sgombero per le abitazioni evacuate mentre la Provincia lavora 24 ore al giorno per mantenere sgombra la via d’accesso. La provinciale 53 sprofondata fino a 10 metri

TERAMO – Un lungo sopralluogo fin dentro il bosco e poi nell’abitato. I geologi dell’Università di Firenze, centro di riferimento per il rischio idrogeologico, insieme a quelli del Cnr, hanno trascorso la giornata a Ripe di Civitella inviati dalla Protezione Civile nazionale su richiesta della Regione Abruzzo.

Nelle prossime ore rimetteranno una relazione ufficiale ma nella riunione, che si è svolta nel pomeriggio con gli enti locali, hanno consigliato di confermare l’ordinanza di sgombero emessa dal Comune di Civitella – che riguarda una decina di case – perché si è in presenza di una “colata” ancora in evoluzione con importanti “dilavamenti” verso la frazione. Non dovrebbero correre pericoli le altre abitazioni non evacuate ma, secondo gli esperti, è necessario predisporre un sistema di monitoraggio di tipo georeferenziato o con radar per capire come evolve la situazione.

Il movimento franoso è vasto e importante; la strada provinciale 53, nel tratto sopra il paese verso San Giacomo, è sprofondata fino a dieci metri; in molti punti è letteralmente sbriciolata sotto la spinta di acque sotterranee, fango e detriti. All’ingresso di Ripe, unica via d’accesso al paese e per i mezzi di lavoro e soccorso, la strada è continuamente invasa dalla frana e viene mantenuta aperta grazie ai mezzi della Provincia, che per 24 ore al giorno spalano la massa di fango che arriva dal versante franoso.

Non è una situazione che reggeremo a lungo – ha spiegato il consigliere delegato alla viabilità, Mauro Scarpantonio, che ha partecipato al sopralluogo e incontrato i geologi – questo tipo di intervento ci costa quattro mila euro al giorno e non è certo risolutivo anche perché fra un po’ non sapremo dove smaltire il fango. Bisognerà pensare ad una viabilità alternativa ma dove? e con quali risorse?”.

Una cosa è certa, come sottolineato dai geologi: non si può agire con interventi estemporanei, bisogna fare un piano generale, lasciare stabilizzare il versante, regimentare l’acqua che scorre in abbondanza in superficie e sotto la terra e nel frattempo trovare soluzioni per garantire la viabilità d’accesso. Il Comune di Civitella, oggi rappresentato dalla sindaca, Cristina Di Pietro e dai suoi assessori, ha aperto un Coc – Centro operativo di Protezione Civile – e attorno a quel tavolo gli enti locali, insieme ai tecnici, dovranno decidere come proseguire e quantificare le risorse necessarie.

Le squadre della Provincia sono continuamente al lavoro, sia per mantenere sgombra la strada sia per gli interventi di regimentazione delle acque “Certo è che siamo di fronte ad una situazione che non può essere risolta con la formula della somma urgenza: qui servono somme importanti e soluzioni molto calibrate dal punto di vista del tipo di lavori da effettuare. La priorità è quella di salvaguardare gli abitanti e di evitare l’isolamento ma mettere in sicurezza la collina e ricostruire la provinciale è tutta un’altra cosa”.

Ieri mattina, sul posto, anche il consigliere regionale Sandro Mariani, che ha voluto verificare di persona lo stato dei luoghi.

A Ripe di Civitella i geologi inviati dalla Protezione civile nazionale ultima modifica: 2015-03-24T01:46:54+00:00 da Redazione
Pubblicato da
Redazione

L'Opinionista © 2008 - 2024 - Abruzzonews supplemento a L'Opinionista Giornale Online
reg. tribunale Pescara n.08/2008 - iscrizione al ROC n°17982 - P.iva 01873660680
Informazione Abruzzo: chi siamo, contatta la Redazione, pubblicità, archivio notizie, privacy e policy cookie
SOCIAL: Facebook - Twitter