150 anni di d’Annunzio, chiuse ieri le celebrazioni a Pescara

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PESCARA – Si sono svolti ieri a Pescara gli eventi programmati per la Giornata conclusiva delle Celebrazioni dei 150 anni dalla nascita di d’Annunzio. I diversi momenti ed iniziative hanno coinvolto  i ragazzi e la città, raccontando, ancora una volta, gli aspetti inediti di un d’Annunzio bambino, che non amava molto il Collegio di Prato e che adorava quella mamma alla quale mandava ‘cento e un milione di baci’. L’assessore alla Cultura del Comune di Pescara Giovanna Porcaro, che ieri mattina ha aperto la giornata con gli studenti delle classi terze della scuola media ‘Montale’, ha ricordato:

“Per un anno Pescara ha vissuto centinaia di eventi che ci hanno permesso di passare al setaccio la vita di d’Annunzio. Personalmente ne ho promossi oltre una quarantina, dal Raid nautico al volo degli idrovolanti, dal convegno presso l’Aurum al parrozzo da Guinness dei primati e oggi voglio ringraziare la città per la sua partecipazione entusiasta a tali proposte culturali”.

A raccontare la figura del d’Annunzio bambino agli studenti è stato l’imprenditore Pierluigi Francini, nipote di Luigi D’Amico, inventore del Parrozzo e amico di famiglia del Vate.

“Mio nonno – ha ricordato Francini – ci ha tramandato il racconto del d’Annunzio che amava la madre, donna Luisa. Non amava molto il Collegio Cicognini di Prato e un episodio racconta quando d’Annunzio, che non voleva tornare a Prato, un giorno salì sul treno, per scendere subito alla stazione di Chieti Scalo dove è andato in un campo, ha fatto uccidere una gallina, si è cosparso del sangue dell’animale per poi tornare a casa a piedi e raccontare di essere sopravvissuto a un disastro ferroviario, episodio non strano per un personaggio che qualche anno più tardi ha inventato di essere morto per una caduta da cavallo. Le famiglie D’Amico e d’Annunzio sono sempre state legate e per questo nonno Luigi si rivolse al Vate per dare il nome a quel dolce che aveva inventato e per il quale d’Annunzio coniò la denominazione ‘parrozzo’; tra Luigi e Gabriele c’è stata sempre una costante e fitta corrispondenza che abbiamo conservato, dal ’26 al ’38 e una costante nelle sue lettere è la richiesta del Vate di poter pagare il parrozzo che invece Luigi gli mandava gratuitamente nella residenza del Vittoriale, tanto che nel ’27 d’Annunzio arrivò a minacciare Luigi di ‘togliergli l’amicizia’, anticipando di un secolo l’era di facebook. Una delle ultime lettere risale al Natale prima della morte di d’Annunzio, il quale scrisse a Luigi che ‘era finita la Vigilia, la gente è in gozzoviglia, io sono digiuno da 48 ore, vado a cercare un parrozzetto e assaporo il Natale dell’infanzia’, lettera in cui si legge come il ricordo dei prodotti della sua terra fosse motivo di grande nostalgia per il Vate”.

“E Pescara – ha ricordato la Porcaro – appena un anno fa per ricordare d’Annunzio ha voluto organizzargli una vera ‘torta di compleanno’ sotto forma del ‘Parrozzo più grande del mondo’, un parrozzo che ci è valsa l’iscrizione nel Guinness dei primati: alto 2 metri, un diametro di 9,5 metri, per 3mila porzioni”.

La giornata è poi proseguita a Casa d’Annunzio, aperta al pubblico gratuitamente dalle 8 alle 20 e con 30 studenti del Polo artistico Misticoni-Bellisario che in piazza Garibaldi, all’aperto, hanno realizzato un’estemporanea di pittura ispirata a d’Annunzio, portando colori, tele e cavalletti. Alle 11 in piazza Salotto è stato aperto il gazebo di Poste Italiane per un annullo filatelico speciale dedicato alla giornata, dunque un’occasione ghiotta per i collezionisti e tutti gli appassionati. E ancora: a mezzogiorno in punto appuntamento nella Sala consiliare del Comune il Presidente de Il Vittoriale degli Italiani, Giordano Bruno Guerri ha presentato gli atti del ‘Convegno internazionale su d’Annunzio’ con il professor Stefano Trinchese e Gianni Oliva.

“Il Convegno ospitato all’Aurum un anno fa – ha detto il professor Guerri – è stato senza dubbio il più importante con 30 specialisti su d’Annunzio, un convegno aperto anche a teorie contrastanti, e i frutti sono stati raccolti in un numero monografico de ‘L’Officina’. E sono felice di donare il volume doppio al Comune di Pescara che, a sua volta, ne farà omaggio alle biblioteche e alle scuole della città affinchè sia materia di studio su d’Annunzio. Altra notizia appena ricevuta, è che Google ha appena comunicato che d’Annunzio è stato il poeta italiano più cliccato al mondo dopo Dante e si compie così la frase del Vate ‘La poesia italiana nasce con Dante e rinasce in me dopo 7 secoli’. Il lavoro proseguirà con i progetti del futuro: in maggio saremo con il Vittoriale di nuovo al Salone del Libro di Torino dove presenteremo le iniziative promosse per il Centenario della Grande guerra di cui d’Annunzio fu protagonista”.

“Io penso che viviamo in un tempo che ha dichiarato guerra alla poesia, alla letteratura, alla cultura – ha detto il professor Oliva -, cultura attaccata, ostracizzata volutamente in un epoca che basa la sua fruibilità sul binomio produzione-consumo. Nel momento in cui si esalta tutto ciò che è monetizzabile, la cultura, che apparentemente non lo è, viene ostracizzata, ed è guerra non solo perché non ci sono i fondi, ma perché la gente non deve capire. Io sono grato al Comune di Pescara che ha fatto della cultura un baluardo perché la cultura forma la civiltà. E in tale operazione ha saputo valorizzare la figura di d’Annunzio la cui rilettura è cominciata nel 1963, l’anno in cui si festeggiava il centenario dalla nascita e in quell’occasione ci fu un grande convegno internazionale: d’Annunzio è innanzitutto un grande scrittore e autore, lui si è poi creato un’immagine che ne ha fatto un personaggio. Siamo abituati a vedere d’Annunzio come l’amante delle donne, con una vita che lui stesso ha definito ‘inimitabile’, in lui ha prevalso la gestualità, un uomo che ha vissuto con una maschera addosso e che ha dato di sè l’immagine che il mondo voleva. Noi siamo invece tornati alla sua scrittura che è stata sempre sperimentale. Ha esordito con i versi scolastici di ‘Primo Vere’ e ha subito cambiato e nell’82 ha pubblicato il ‘Canto Nuovo’, un canto nuovo rispetto a quello carducciano. D’Annunzio è pieno del simbolismo di Baudelaire, il suo ‘Piacere’ è un libro europeo che anticipa Joyce con il feedback, ha anticipato il ‘Dorian Gray’ di Wilde. Il convegno a Pescara è stato senza dubbio di grande importanza perché ha segnato il ritorno alla testualità di d’Annunzio”.

La giornata dedicata a d’Annunzio è poi proseguita nel pomeriggio presso l’Hospice Bouganville dell’ospedale civile di Pescara per ‘Un thè con d’Annunzio’: alcuni attori del’Associazione ‘I colori della Vita’, di Nella Zulli, hanno letto brani e poesie di d’Annunzio ai pazienti ospiti della struttura, ai loro familiari, agli infermieri e al personale tutto, “un modo – ha ricordato l’assessore Porcaro – per aprire alla città una struttura straordinaria che cura il corpo e il cuore di pazienti che hanno subito già altre terapie e che hanno bisogno di essere accompagnati per un tratto della loro esistenza, con metodologie particolari. Una struttura gestita da ‘Angeli sulla terra’, che ogni giorno affrontano problematiche difficilissime e con i quali sto redigendo un Protocollo d’intesa per portare all’interno del reparto eventi culturali adatti”. Intanto, dalle 16 alle 20, presso la Sala Tosti dell’Aurum, proiezione di filmati sulla figura e l’opera del Vate, con una mostra di opere dedicate a d’Annunzio, di artisti come Maugeri e Michelangelo Prencipe, e alle 17.30 spazio al recital di Franca Minnucci che ha interpretato ‘Figlio mio, sei nato di marzo e di venerdì, chissà che cosa grande tu dovrai essere al mondo’, partendo dalle prime parole che la madre di d’Annunzio pronunciò alla nascita del figlio, un recital che ha visto anche la presenza di autorevoli esperti di d’Annunzio, tra cui il professor Andrea Lombardinilo, e il professor Di Tizio. A fine giornata presso la Sala d’Annunzio, sempre all’Aurum, il ‘Concerto di Buon Compleanno Gabriele’ della giovane orchestra sinfonica del MiBe diretta dal maestro Leontino Iezzi. Infine momento di street art: dalle 9 due artisti, Stefano Neri e Ranieri, hanno realizzato sulle mura dell’Archeoclub, che si affaccia sul centro storico, il ritratto di d’Annunzio, giocando sul color seppia, sulle sfumature del marrone, opera che resterà alla città.

“Ovviamente – ha ancora detto l’assessore Porcaro – mi auguro che la collaborazione riscontrata sino a oggi sul territorio non si interrompa ma che piuttosto il percorso di promozione su d’Annunzio continui perché è il nostro brand su cui abbiamo investito e riteniamo doveroso continuare tale percorso”.

150 anni di d’Annunzio, chiuse ieri le celebrazioni a Pescara ultima modifica: 2014-03-13T01:30:58+00:00 da Redazione
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