“Egghead”: il fascinoso ed ammaliante debutto discografico di Sickabell

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Sickabell … un nome enigmatico dietro il quale si nasconde Giuliano G. Vernaschi: il suo primo lavoro discografico, completamente autoprodotto, si chiama “Egghead” e rappresenta una delle più belle sorprese musicali degli ultimi anni. Sonorità molto british in bilico fra Coldplay e Badly Drawn Boy si muovono fra atmosfere  acustiche e rock: l’EP è un vero gioiello, tutto da scoprire canzone dopo canzone.

Ha dell’incredibile che è nato nella stanza da letto dello stesso Giuliano! Il risultato finale è sorprendente: tutte le sette canzoni sono di ottimo livello, a partire dal primo singolo estratto, “Sorto of mess”, di cui è stato girato un suggestivo video alla Fortezza di Civitella del Tronto. Su tutte si segnalano “Motorbike rally” e “Lights on”, quest’ultima una gemma molto “english sound” che riflette in pieno lo spirito del progetto Sickabell.

Lo stesso Giuliano ci invita ad entrare nel mondo Sickabell: ecco dunque la nostra intervista.

Sickabell: come nasce questo tuo progetto musicale?

R – Ha origine da un mio sogno in cui immaginavo una città in stile “The Crow”, con questa scritta Sickabell che non significava assolutamente niente. È bello dare spazio ai sogni, anche quando sembra che non abbiano senso: ho così notato che nella parola ci sono “sick” che vuol dire “malato” e comunque dà senso di disgusto e poi “bell” che equivale a “campana”.  Siccome io vivo in mezzo a tre chiese da quando sono nato e poi ho un mio “non credo” molto particolare, pur nel pieno della religione, il nome mi è sembrato giusto per descrivere il disgusto verso l’oppressione di alcune forme fanatiche di religiose. L’idea era di associare il tutto ad una band: avevo delle mie canzoni e venivo dall’esperienza incredibile con i The Scientist, tributo ai Coldplay, dalla quale sono partiti tanti progetti dei singoli musicisti che ne facevano parte. Volevo creare un nuovo gruppo: sono passati gli anni ed ho accumulato canzoni per circa tre dischi, ho poi finalmente trovato persone che ne apprezzavano la bellezza, abbiamo fatto una demo e concerti in giro per tutto il 2009. Non ero però soddisfatto perché desideravo sonorità che sentivo solo nella mia testa. C’era poi da parte di alcuni componenti del gruppo un atteggiamento che non mi soddisfaceva e quindi sono tornato a fare il solista: ciò significava un ritorno alle origini, nella mia camera dove tutto era nato. Ho comprato lo stretto necessario, imparando in pochi giorni ad usare software e chiedendo poi collaborazione a parte della band per registrare il disco. Se è uscito un prodotto ascoltabile è merito di Marco Vannucci che ha fatto il mastering”.

Dentro questo EP c’è molto di inglese, tutte le tue passioni musicali. A me ha dato l’impressione di essere un riuscito incontro fra lo stile dei Coldplay e quello di Badly Drawn Boy. Sei d’accordo?

R – Sono contento di ciò che dici perché io stesso mi vedrei inglese, ma non per una questione di moda, ma semplicemente perché ho un rapporto un po’ conflittuale con l’Italia. Ho una profonda ammirazione per l’Inghilterra, per come ha sempre considerato la musica rock. C’è un gruppo italiano, di cui non ricordo il nome, che è andato in UK e si è messo  a suonare per strada: questi ragazzi di Pisa mi hanno raccontato che si fermava ad ascoltare anche la vecchietta di 80 anni, il poliziotto. In Italia se suoni del rock vero, trovi la vecchietta che ti butta l’acqua in testa ed il poliziotto che fa il suo dovere e ti caccia se non hai l’autorizzazione. Badly Drawn Boy e Damien Rice , che all’inizio erano soli in un pub a scrivere canzoni, hanno poi avuto un riscontro incredibile in Inghilterra: se fossero nati da noi sarebbero rimasti  chiusi ancora nei bar.

Fra le tracce presenti in “Egghead” mi hanno molto colpito “Motorbike rally” e “Lights on”: ce ne parli?

R – La prima nasce alla chitarra: io non so suonarla (il mio strumento è il piano), la cosa bella è che dunque  mi ci approccio posizionando le dita in maniera strana. Ne escono fuori così delle armonie particolari che gli stessi chitarristi trovano difficili proprio perché non concepite da un chitarrista. “Motorbike rally” parla di un amore finito e di una persona che non sa come superare questa sofferenza e si ritrova ad andare su una motocicletta nonostante non ne abbia minimamente voglia, domandandosi il perché ci si ritrovi sopra. “Lights on” ha origine al piano: è una delle più vecchie mie composizioni, molto più influenzata dai Coldplay rispetto alle altre presenti nell’EP. Voleva essere un inno positivo: “luci accese” quasi a guardare con fiducia al presente ed al futuro cercando di non essere retorico.

Parlaci invece delle altre tracce: quali secondo te rappresentano meglio lo spirito di “Egghead”?

R – Ho scelto “Sort of mess” come primo singolo perché dentro c’è tutto Sickabell. A differenza dello stile dei Coldplay qui ci troviamo una punta un po’ più progressiva e rock. A livello di testo parla di quel “sick” e “bell” di cui si parlava all’inizio. Amo molto anche “Sing if you’re dying” che ha un tema molto simile a “Motorbike rally” ed è fatta con un accordo semplice in mi.

Il video di “Sort of a mess” è molto suggestivo: come è stata scelta la location e chi lo ha diretto?

R – È stato fatto basandosi sulla canzone: ho cercato di raccontare una storia che almeno parzialmente fosse parallela al testo. Come regista ho scelto Alessandro Petrini che è di Focus Art: gli ho raccontato la storia che avevo pensato e lui subito mi ha suggerito un posto perfetto per questo inseguimento fra l’ “Io” ed il “Super Io” che avevo concepito, la Fortezza di Civitella del Tronto. Nel mio testo si parla di una fortezza e lui neanche lo sapeva! Poi si è creato una serie di rapporti anche con le istituzioni che è andata ben oltre la realizzazione del video. Le riprese sono state pensate in maniera particolare seguendo il movimento della luce del sole, cercando di raccontare la canzone. Abbiamo trovato un grande appoggio dal sindaco, da Sistema Museo, la società che gestisce la fortezza stessa. Ci siamo resi conto che c’è un enorme bisogno di unire la creatività ai luoghi e alle istituzioni. Internet è una rete di link: anche nella vita ci possono essere link. Mi sento di dire anche ad altri ragazzi creativi che in Abruzzo ci sono location bellissime in cui  non si deve pagare per fare riprese, vadano lì a girare. Oggi la fortezza a Civitella ha un altro piccolo senso in più che è dato dalla canzone.

Progetti  futuri ….

R – Mi piace dire che è stato girato anche un secondo video per “3 2 1 lift off” e che ho già scritto tutto il secondo album e sono già in fase di scrittura per il terzo. Sono molto avanti con la produzione: farò il nuovo disco, che ha già anche un titolo, ad inizio 2012, non so se come autoproduzione o con una casa discografica. Ho fatto una riflessione quando ho rifiutato una proposta discografica di una casa ligure che avrebbe voluto “Lights on” come singolo: noi che siamo completamente soli, forse persi, abbiamo un vantaggio che è la libertà creativa. Io, sinceramente, prima di buttarmi in qualche esperienza ho voluto fare le cose con la mia testa. Ora il disco è anche su  iTunes ed altri store a soli 2.99 euro: c’era la possibilità di metterlo anche a prezzo maggiore, ma la mia è stata una scelta voluta e mirata perché è una cosa simbolica. Mi interessa che venga ascoltata: è un lavoro fatto completamente da me e se piace sono contento, è nato ed è finito nella mia camera da letto.

Sickabell è un universo musicale pieno di sorprese: visitatelo e ne rimarrete affascinati!

“Egghead”: il fascinoso ed ammaliante debutto discografico di Sickabell ultima modifica: 2011-07-13T13:25:55+00:00 da Piero Vittoria
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Piero Vittoria

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