“Ci risulta esattamente il contrario, in quanto, da lungo tempo si lamenta una atavica esiguità di personale negli uffici di cluster A2 e B, spesso lasciati senza operatori di sportello i cui direttori devono quotidianamente assolvere e coprire tutte le mansioni compresa quella dello sportellista: l’azienda dovrebbe spiegare dove esistono gli esuberi, per non parlare poi, delle illimitate ore di straordinario erogate e i continui distacchi richiesti al personale anche fuori comune, per coprire e nello stesso tempo garantire il servizio negli uffici postali”. Del resto, “la modalità di gestione delle ferie da parte delle filiali delle realtà regionali fa dedurre la non veridicità dell’esubero, in quanto, le stesse direzioni per ovviare a carenza di personale sono costrette a revocare le ferie inserite nella programmazione fornita dal dipendente”.
In Abruzzo e Molise, inoltre, “siamo rimasti esclusi anche dall’applicazione del valido istituto della clausola elastica, che avrebbe dato l’opportunità per questa estate ai part-time di proseguire il lavoro oltre il periodo contrattuale, a copertura delle carenze di operatori di sportello durante il periodo delle ferie estive”. Le due segreterie, poi, rimarcano che nelle due regioni “durante la fase delle sostituzioni negli uffici postali, i necessari passaggi di cassa vengono compiuti in assenza di contraddittorio, consuetudine conosciuta dalle stesse Filiali, sempre nell’ottica di ovviare alla carenza di personale” e che “nel servizio di recapito ci si imbatte in CPD, nei quali alcune zone di recapito rimangono a terra per assenza di personale pur avendo, nel proprio interno, dipendenti part-time: non si sarebbe potuto trasformare quei contratti per attutire tali carenze?”. Per non parlare, poi, della carenza di personale autista. Per tutto questo, “il programma aziendale che esclude le realtà regionali nel beneficiare delle politiche attive del lavoro, considerando il momento storico, la crisi economica che ancora produce i sui effetti negativi, la piaga della disoccupazione giovanile giunta ormai ai massimi storici, fanno in modo che questa decisione illogica aziendale venga osteggiata anche dai confederali regionali della Uil perché non è più un problema legato alle dinamiche della singola categoria, ma al contrario è problema sociale. Auspicando un ravvedimento dell’azienda sulla scelta insensata.”
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