Turismo

Turismo nella provincia dell’Aquila: i dati di una indagine 2020

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Svolta nello scorso mese di agosto dal CRESA evidenzia una perdita del fatturato rispetto alle aspettative pre-Covid pari al -53%. Nell’analisi si parla anche di  ammortizzatori sociali, moratoria, buone pratiche e fabbisogni

L’AQUILA – Estremamente sconfortante il quadro che emerge, relativamente al settore turistico (alloggio, ristorazione, agenzie di viaggio, trasporti terrestri di passeggeri escluso quello ferroviario), da un’indagine su andamento, pratiche e fabbisogni delle imprese della provincia dell’Aquila svolta nello scorso mese di agosto dal CRESA – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia – pubblicata nel n. 1/2021 della collana Temi e problemi.

Principali risultati

La stima fatta in agosto dalle imprese turistiche facenti parte del campione è di una perdita complessiva del fatturato rispetto alle aspettative pre-Covid pari al -53%. Il 55% delle aziende ha dichiarato di aver fatto ricorso agli ammortizzatori sociali per più della metà del proprio personale dipendente e un terzo delle attività ha mostrato la volontà di ricorrere di nuovo ad essi nei sei mesi successivi all’intervista. Il 38,3% delle imprese ha richiesto da marzo ad agosto la moratoria straordinaria dei prestiti e delle linee di credito e una percentuale pari ha espresso la volontà di richiederla o di confermarla nei successivi sei mesi.

Fatturato

Sono in particolare i trasporti a denunciare la maggior perdita degli incassi rispetto alle aspettative pre-Covid con un -48,2%, dato comunque migliore di quello che si valuta a livello medio nazionale (-75%). Per quanto riguarda la ristorazione emerge che le imprese hanno registrato nella prima metà di agosto 2020 un calo del fatturato del -59,4% rispetto alle aspettative pre-Covid, dato peggiore anche se non perfettamente confrontabile con quello stimato da Coldiretti che si attesta a livello nazionale nel mese di settembre su un decremento annuo dell’ordine del -40%. Assai consistenti anche le perdite dichiarate dal settore alloggio che nella prima metà di agosto 2020 denunciano una perdita di fatturato pari al -46,3% rispetto alle aspettative pre-Covid, decremento leggermente inferiore anche se pure in questo caso non perfettamente confrontabile con quello valutato dal Centro Studi Federalberghi che per il periodo gennaio-settembre stima un -52% tendenziale a livello medio nazionale. Quanto al movimento turistico l’Istat registra nei primi nove mesi dell’anno 2020 una contrazione a livello nazionale delle presenze (numero di pernottamenti) del -50,9% (Abruzzo: – 36,9%) con una diminuzione inferiore rispetto ad essa delle aree a vocazione montana (-29,3%).

Ammortizzatori sociali

Durante la fase del primo lockdown e fino all’agosto 2020 il 55% delle aziende facenti parte del campione ha fatto ricorso ad essi per più della metà del proprio personale dipendente.

Quanto al peso percentuale del numero di imprese sul totale sono quelle di trasporto che hanno fatto ricorso più frequentemente a questi strumenti (66,7%), seguite da quelle operanti nel settore della ristorazione (56,8%) e da quelle ricettive (46,2%). Se si considera, invece, la quota dei dipendenti per i quali sono stati richiesti ammortizzatori sociali sul totale degli addetti delle imprese che ne hanno fatto ricorso, a fronte di una media del 43,3% mostrano valori più elevati le sole imprese di ristorazione (53%) e valori inferiori quelle di alloggio (34,2%) e di trasporto (37,3%). Ampiamente inferiore è la percentuale di aziende che ha intenzione nei 6 mesi successivi all’intervista di ricorrere agli ammortizzatori sociali (33,3%). Tale diminuzione trova certamente spiegazione nel clima di ottimismo che circolava nell’estate quando gli effetti della pandemia, probabilmente per cause di natura climatica, si erano notevolmente affievoliti. L’unico settore che non mostra variazioni è quello dei trasporti: le stesse aziende che hanno fatto ricorso agli ammortizzatori sociali prima dell’agosto 2020 dichiarano di voler di nuovo ricorrere a questo strumento anche nei sei mesi successivi alla compilazione del questionario. Relativamente alle previsioni a sei mesi si dimezza la percentuale di aziende operanti nel comparto dell’alloggio e si riduce del 52,2% quella delle imprese di ristorazione.

Moratoria straordinaria dei prestiti e delle linee di credito

Al momento della rilevazione (agosto 2020) il 38,3% delle imprese del campione ha dichiarato di averla richiesta e una percentuale pari ha espresso la volontà di richiederla o di confermarla nei successivi sei mesi. Per quanto riguarda la situazione al momento dell’indagine sono principalmente le aziende che operano nel campo della ristorazione ad aver fatto ricorso a tale misura straordinaria (45,9%), seguono i trasportatori (33,3%) e i fornitori di servizi di alloggio (23,1%). Se si considera, invece, la volontà di ricorrere alla moratoria nei mesi successivi alla compilazione del questionario, ferma restando la percentuale complessiva del 38,3%, si raddoppia la quota delle imprese di trasporto (66,7%) e scende quella della ristorazione (40,4%) e dell’alloggio (15,4%).

Strategie per affrontare la crisi

Le imprese hanno generalmente preferito affidarsi a poche strategie. Tra le azioni adottate la più diffusa è stata la difesa della posizione acquisita attraverso riduzione del numero di dipendenti e/o differimento/annullamento di piani di investimento (40% del totale imprese). Le azioni di marketing (es. modifiche dei canali di vendita, diversificazione dei mercati esteri, applicazione di sconti sui servizi venduti) sono state adottate dal 31,7% delle imprese intervistate, le azioni di riconversione (es. produzione di nuovi servizi o introduzione di nuovi processi connessi o non connessi con l’emergenza sanitaria e realizzazione di investimenti finalizzati alla riconversione o estensione dell’attività) dal 28,3%, le azioni finalizzate alla trasformazione digitale (es. consolidamento dello smart working e maggior uso di connessioni virtuali) dal 3,3%.

Nei mesi successivi alla rilevazione le imprese adotteranno principalmente azioni di marketing, quali ampliamento del target di mercato, diversificazione dei mercati esteri e del paniere dei servizi venduti, applicazione di sconti sui prezzi dei servizi venduti (70% delle imprese intervistate). Azioni difensive finalizzate alla riduzione delle spese (riduzione dei costi fissi) saranno adottate dal 41,7%, azioni di trasformazione digitale dal 13,3% delle imprese intervistate.

Fabbisogni

Le imprese segnalano come fabbisogni che possono essere soddisfatti dal Sistema Camerale principalmente la concessione di contributi a fondo perduto (44,1%) e di agevolazioni per l’accesso al credito (22,1%) seguita dall’attività di formazione/informazione (18,8%) e dall’attività del laboratorio chimico-microbiologico (15%).

Tra gli utilizzi del contributo a fondo perduto l’intervento che potrebbe riscuotere il maggiore successo è la riorganizzazione della logistica interna (layout) (35,1% delle segnalazioni totali) seguito dalla sanificazione dei locali, dei macchinari e delle attrezzature (24,5%). Si aggiungono l’acquisto/aggiornamento del software e hardware (19,1%), l’effettuazione di tamponi (12,8%) e l’analisi di mercato (8,5%).

L’80% delle imprese coinvolte nella rilevazione ha espresso una necessità di formazione. I corsi appartenenti all’area Amministrazione e Gestione hanno ottenuto il maggior numero di consensi (60% delle segnalazioni), seguiti da quelli dell’area Marketing e Vendite (21,9%) e dell’Area Innovazione (14,3%). Quelli dell’Area Ambiente hanno registrato il minore riscontro (3,8%).

Turismo nella provincia dell’Aquila: i dati di una indagine 2020 ultima modifica: 2021-02-23T12:24:04+00:00 da Redazione
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