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La storia di Don Luca Torresi da Carabiniere a sacerdote

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“Il sacerdozio non è solo un dono per me ma è un dono per tutto il popolo di Dio. Non sono io la strada, ma cerco di indicarla alla comunità nella quale il Signore mi ha mandato”

GIULIANOVA – Un grazie per il dono dei sacerdoti in mezzo a noi, questo il significato profondo delle offerte deducibili. I nostri preti infatti sono ogni giorno al nostro fianco ma anche noi possiamo far sentire loro la nostra vicinanza.

“Il sacerdote per svolgere il proprio compito ha bisogno di sostegno e supporto per vivere una vita decorosa – sottolinea il responsabile del Servizio Promozione per il sostegno economico alla Chiesa cattolica, Massimo Monzio Compagnoni – Le offerte rappresentano il segno concreto dell’appartenenza ad una stessa comunità di fedeli e costituiscono un mezzo per sostenere concretamente tutti i sacerdoti, dal più lontano al nostro. Tanto più in questo lungo periodo segnato dal Covid in cui da più di due anni i preti diocesani continuano a tenere unite le comunità provate dalla pandemia, promuovono progetti anti-crisi per famiglie, anziani e giovani in cerca di occupazione, incoraggiano i più soli e non smettono di servire il numero crescente di nuovi poveri”.

Nonostante siano state istituite nel 1984, a seguito della revisione concordataria, le offerte deducibili sono ancora poco comprese ed utilizzate dai fedeli che ritengono sufficiente l’obolo domenicale; in molte parrocchie, però, questo non basta a garantire al parroco il necessario per il proprio fabbisogno. Da qui l’importanza di uno strumento che permette a ogni persona di contribuire, secondo un principio di corresponsabilità, al sostentamento di tutti i sacerdoti diocesani e che rappresenta un segno di appartenenza e comunione.

“I nostri sacerdoti hanno bisogno della vicinanza e dell’affetto delle comunità – aggiunge Monzio Compagnoni – Oggi più che mai ci spingono a vivere il Vangelo affrontando le difficoltà con fede e generosità, rispondendo all’emergenza con la dedizione”.

Dal Reparto investigazioni scientifiche dei Carabinieri fino all’altare. Ma il filo rosso della vita di don Luca Torresi, parroco a Giulianova, è rimasto sempre quello del servizio nell’ottica del bene comune.

“Quando ho comunicato ai miei colleghi che me ne sarei andato – spiega Don Luca Torresi a Giovanni Panozzo nel filmato” Il faro” che si può vedere al link https://www.unitineldono.it/le-storie/a-giulianova-il-faro-della-speranza/- la spiegazione che ho dato è che mi era stata proposta una felicità più bella di quella che già stavo vivendo. Le reazioni sono state molto diverse. Alcuni non hanno capito, altri sono rimasti meravigliati e c’è chi si è commosso”.

E’ stato un radicale cambio di divisa quello di Don Luca, passato da quella molto operativa di carabiniere dei Ris, ad un’altra decisamente spirituale. A cambiare il percorso della sua vita è stato un pellegrinaggio. “Al mio rientro alcuni miei amici mi fecero notare un cambiamento – prosegue il Don – io mi sentivo sempre lo stesso e non avevo avvertito questi segnali che solo i veri amici possono percepire”. Dalle prime inquietudini ha preso il via un percorso di discernimento durato dieci anni, faticoso e travagliato, durante il quale è nata una “vocazione adulta”, che ha portato il futuro sacerdote all’ordinazione sacerdotale a 42 anni, il 30 maggio 2015, nella stessa chiesa dove serviva la messa come chierichetto.

“Il sacerdozio non è solo un dono per me ma è un dono per tutto il popolo di Dio – aggiunge Don Luca – Non sono io la strada, ma cerco di indicarla alla comunità nella quale il Signore mi ha mandato”.

Oggi l’ex carabiniere è una persona realizzata, un sacerdote al servizio di una comunità coesa come quella della parrocchia della Natività di Maria Vergine a Giulianova, piccola città di circa 24mila abitanti che si affaccia sul mare Adriatico nella diocesi di Teramo-Atri. Guidata per oltre 60 anni da don Ennio Lucantoni, alla sua scomparsa nel 2018, la parrocchia è stata affidata al neo sacerdote che era stato suo vice durante l’ultima parte del suo percorso di vita.

L’eredità di don Ennio non è stata semplice da raccogliere. La collettività della Natività è composta di circa 7mila fedeli ed è arricchita dai carismi di numerosi movimenti e associazioni che hanno spesso esigenze e necessità diverse tra loro. E poi in una cittadina di mare come Giulianova, con il suo fardello di problemi legati al mondo del lavoro e alla società, si sono aggiunte anche tutte le difficoltà portate dalla pandemia.

“Il Covid si è portato via mio padre – racconta Stefania a Giovanni Panozzo – ma in tutto questo la presenza in parrocchia mi ha aiutato. La pandemia che doveva isolarci e allontanarci ha creato delle occasioni di riunione e collaborazione che, magari, in una situazione normale non si sarebbero create. “Don Luca è un padre – aggiunge Marco – è stato parroco anche in quei momenti, ha pensato al bene delle nostre famiglie. Avere la parola del proprio pastore dentro le nostre case è stato veramente importante”.

Don Luca è diventato ben presto nella comunità giuliese un punto di riferimento per la vita spirituale di ognuno, dai bambini del catechismo, fino alle persone anziane e ammalate, ma soprattutto per chi versa in condizioni più disagiate, e in parrocchia non trova mai la porta sbarrata.

“Mi fido di lui al 100% – dice Lorenzo – Don Luca è un faro come quello di Giulianova che per me è il posto più bello della città. Qui venivo da bambino con mio padre a vedere le stelle la notte di San Lorenzo”.

Dopo sette anni, i suoi parrocchiani continuano a vedere Don Luca come un faro, la cui luce non si lascia intrappolare dalle colonne della chiesa parrocchiale di San Pietro apostolo ma si offre a tutti quelli che chiedono un po’ di aiuto per illuminare la strada.

“L’immagine del faro è bellissima perché tante volte – conclude Don Luca – e la pandemia ce l’ha insegnato, si perde la speranza poiché, non facendo più le stesse cose, sembra quasi che il mondo finisca”.

Questa è solo una delle tantissime storie di salvezza e aiuto portate avanti sul territorio da sacerdoti, impegnati in prima linea, e dalle loro comunità. I sacerdoti sono sostenuti in queste opere dalle offerte liberali dedicate al loro sostentamento.

Nel sito www.unitineldono.it è possibile effettuare una donazione ed iscriversi alla newsletter mensile per essere sempre informati su storie come queste che, da nord a sud, fanno la differenza per tanti.

Le Offerte per i sacerdoti, diverse da tutte le altre forme di contributo a favore della Chiesa cattolica, sono espressamente destinate al sostentamento dei preti diocesani. Dal proprio parroco al più lontano. Ogni fedele è chiamato a parteciparvi. L’Offerta è nata come strumento per dare alle comunità più piccole gli stessi mezzi di quelle più popolose.

Le offerte raggiungono circa 33.000 sacerdoti al servizio delle 227 diocesi italiane e, tra questi, anche 300 sacerdoti diocesani impegnati in missioni nei Paesi del Terzo Mondo e 3.000 sacerdoti, ormai anziani o malati, dopo una vita spesa al servizio agli altri e del Vangelo. L’importo complessivo delle offerte nel 2020 si è attestato sopra gli 8,7 milioni di euro rispetto ai 7,8 milioni del 2019. È una cifra ancora lontana dal fabbisogno complessivo annuo necessario a garantire a tutti i sacerdoti una remunerazione pari a circa mille euro mensili per 12 mesi.

La storia di Don Luca Torresi da Carabiniere a sacerdote ultima modifica: 2022-07-08T18:20:45+00:00 da Redazione
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Tags: Giulianova

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