PESCARA – «Il Consiglio regionale ritorni sulla sua decisione». É la richiesta formulata dai presidenti regionali di CNA Manutenzione Impianti, Cesare Altieri, e di Confartigianato Impianti Abruzzo, Ercole Di Matteo, ai vertici istituzionali di Giunta e Consiglio regionale, oltre che ai capigruppo a Palazzo dell’Emiciclo. «La legge regionale 106 votata nei giorni scorsi – dicono nella lettera inviata oggi le due sigle – è pericolosa: la previsione di sospendere, fino alla cessazione dello stato di emergenza, le attività di controllo e manutenzione degli impianti termici, mette a rischio la sicurezza stessa dei cittadini, oltre a provocare un ingiustificato danno alle imprese del settore».
Sotto accusa finisce così quanto indicato all’”articolo 2, comma 1, lettera f”, che prevede “la sospensione, fino alla cessazione dello stato di emergenza, delle attività di controllo e manutenzione degli impianti termici, di cui alla legge regionale 4 luglio 2015, n. 18 (Disposizioni regionali in materia di esercizio, conduzione, controllo, manutenzione e ispezione degli impianti termici”.
«Le attività di controllo e manutenzione degli impianti – argomentano Altieri e Di Matteo – rivestono carattere di tutela della salute e sicurezza pubblica, e sono da considerarsi come urgenti ed improcrastinabili. É una attività che non può certo essere considerata alla stregua di un’attività ricreativa, perché implica il mantenimento degli impianti in sicurezza; e l’eventuale intervento programmato non può pertanto essere sospeso a tempo indeterminato, ma va eseguito con le necessarie cautele e la dovuta tempistica».
Invece, in base a quanto deciso dal Consiglio regionale, «con la sospensione a tempo indeterminato delle attività di manutenzione e controllo degli impianti verrebbe a mancare un servizio essenziale per gli utenti oltre a pregiudicare la sicurezza di funzionamento degli impianti, con tutte le conseguenze in ordine alle responsabilità di cittadini ed imprese: se tra qualche mese, quando si spera che l’emergenza sanitaria sia cessata, un guasto ad un impianto a cui oggi non è stato fatto il programmato intervento di manutenzione, fosse causa dei danni a persone e cose, a chi attribuire la responsabilità?». Alla Regione, dunque, Altieri e Di Matteo chiedono «di rivedere il provvedimento, garantendo la piena agibilità dell’attività di manutenzione e controllo degli impianti la cui esecuzione, secondo la legge, è responsabilità del manutentore».