Appare tuttavia di immediata evidenza che il problema posto non possa risolversi a livello comunale perché il rischio implicito è semplicemente quello di spostare i disagi un po’ più in là; i flussi di traffico vanno valutati nei tratti precedenti quanto in quelli successivi al territorio comunale, garantendo un efficace scorrimento. Inoltre, il raccordo con l’attuale tracciato della SS.16, dove finisce la sua ultima, incompiuta variante, all’altezza del cimitero di Montesilvano resta una imprescindibile condizione di coerenza di scala territoriale. Quindi occorre richiamare gli Enti sovraordinati ad un impegno attivo in tal senso con il coinvolgimento dei Comuni interessati.
In secondo luogo il tracciato si muove in un contesto ambientale delicato dato che attraversa ambiti di paesaggio agrario di valore, sempre più raro in contesti urbanizzati, in considerazione dell’aggressione da esso subito nell’ambito costiero. Si registrano infatti, oltre ad un pregevole tessuto colturale residuo, alcune presenze edilizie testimoniali da sottrarre al degrado che ne deriverebbe; anzi, da esse si dovrebbero prendere le mosse per una rivitalizzazione diffusa delle economie locali. Per questo occorre che il progetto sia inserito in un tracciato coerente ed unitario degli attraversamenti urbani adriatici e sottoposto ad una rigorosa valutazione di impatto ambientale e paesaggistico oltre le considerazioni meramente trasportistiche che, pure, dai riferimenti richiamati non possono prescindere.
Pertanto, Italia Nostra ed il Comitato Abruzzese del Paesaggio ritengono che il Comune di Silvi debba coordinarsi con atteggiamento unitario ai Comuni contermini e debba impegnare Regione ed Anas ad una progettazione complessiva, ambientalmente sostenibile, della viabilità di attraversamento dei centri urbani di cui la tratta comunale possa costituire uno stralcio; mettendo, inoltre, la difesa del versante collinare tra le priorità, quale elemento decisivo di naturalità del paesaggio adriatico.
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