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Sanità verso la fine del commissariamento

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Costruttivo dibattito tra Uil e Regione. Campo: “Il malato al centro, si torni ad investire”. Paolucci: “Abbiamo fatto tanto, nonostante stretti vincoli di bilancio”

PESCARA  – Un confronto a tutto campo sulla Sanità del presente e quella del futuro, ad un mese dalla fine del commissariamento. In un’affollata sala Figlia di Jorio della Provincia di Pescara, la Uil Abruzzo ha interrogato la Regione su rete ospedaliera, commissariamento, assistenza, territorio, medicina, servizi, rapporto pubblico-privato e quanto ruota attorno alla voce principale del bilancio regionale. A fare gli onori di casa, il segretario regionale Roberto Campo, che ha evidenziato come “il ritorno alla libertà, con la fine del commissariamento, può essere un’opportunità, a patto che si usi bene questa libertà, non come in passato. Per questo, è necessario considerare la sanità nel suo complesso: non solo cura di patologie ma anche servizi socio-assistenziali”. Sul primo versante, Campo ha rimarcato l’importanza di “spostare l’assistenza sanitaria dall’ospedale al territorio, rimettendo il paziente al centro”, mentre l’assistenza sociale “deve essere finanziata di più, perché oggi rappresenta il fanalino di coda delle politiche regionali”.

Aprendo i lavori, Pino De Angelis, segretario generale Uil-Fpl regionale, ha ricordato che “quindici anni fa il tasso di ospedalizzazione era di 278 per mille abitanti, e ci si illudeva che avere più posti letto significava dare più sanità ma era solo sperpero di denaro. Per questo, siamo diventati giustamente “regione canaglia”. Il fatto che oggi siamo arrivati alla quota di 160 per mille abitanti vuol dire che abbiamo imboccato la strada giusta. Uscire dal commissariamento significa riprogrammare la nostra sanità, a partire comunque dal decreto ministeriale 70 che indica il quadro di riferimento: se applicato così com’è è un decreto dannoso, ma la sfida può diventare opportunità, a condizione che non siano i ragionieri ad applicarlo. Fino ad oggi le decisioni prese sono state quelle giuste, che ci hanno permesso di cambiare il volto della sanità regionale senza scossoni: la rete disegnata ci permette di risparmiare e di investire per una maggiore presenza sul territorio, e per potenziare gli ospedali di primo e secondo livello che oggi hanno un ruolo molto diverso da quello di quarant’anni fa”. In merito al rapporto con il privato, De Angelis ha detto che “ora le cose sono tornate al posto giusto. Non bisogna accanirsi contro il privato ma, piuttosto, regolamentare la sua azione e mantenerla dentro il budget assegnato, perché, non dimentichiamolo, sanità privata è anche occupazione”.

La necessità di considerare la sanità insieme all’assistenza socio-sanitaria è stata rimarcata con forza da Rosa Toritto, della Uil regionale. “L’individualizzazione dei progetti di riabilitazione è centrale, insieme al reinserimento sociale delle persone con disagio. Tutto questo – ha aggiunto – richiede una strategia e una specifica organizzazione che valorizzi tutte le realtà del territorio. Ma il valore di questa visione più ampia del benessere della persona sta anche nella prevenzione, che nel tempo significa anche risparmio per il sistema pubblico. È necessario però aumentare la spesa: oggi la spesa media in Abruzzo è di 61 euro, a fronte del 117 a livello nazionale. 10 milioni annui sono insufficienti per coprire il fabbisogno del territorio”.

Da parte sua, il direttore dell’Agenzia Sanitaria Regionale, Alfonso Mascitelli, ha ribadito che “il riordino della rete ospedaliera è un obbligo. In un contesto dove sono richiesti sempre più produttività ed efficienza, fino ad una nuova interpretazione dell’articolo 32 della costituzione, in Abruzzo abbiamo evitato di fare interventi ragionieristici, prendendo decisioni che hanno consentito di salvaguardare strutture che altrimenti sarebbero state ridimensionate, come nel caso di Avezzano. Ora la sfida si sposta sul territorio: alcune scelte già fatte garantiscono gli interventi di emergenza-urgenza in tutto la regione, come il potenziamento di ambulanze ed elicotteri, o la rete di interventi per traumi complessi, infarti ed ictus”.

“Definanziamento della sanità e spending review sono gli stretti paletti entro i quali si deve muovere la Regione” ha detto Silvio Paolucci, che è al tempo stesso assessore alla Sanità e al Bilancio. “Ci sono azioni che richiedono tempo: noi abbiamo dovuto rimettere in ordine una situazione complessa, ma ora ci sono le condizioni per uscire dal commissariamento. Sugli obiettivi di salute, infatti, il ministero ci considera adempienti, nonostante stiamo attuando un piano di rientro che, diversamente dal passato, ha anche considerato qualche investimento. Non dimentichiamo, infatti, che il riordino del materno-infantile, con tutto ciò che riguarda il potenziamento dei punti nascita, per la Regione è stato un costo. Ma il problema grande è di gestione: la Regione fa programmazione, poi sono le Asl che devono attuare. Per questo, la Asl unica rimane per noi un obiettivo da raggiungere con convinzione. La sanità abruzzese paga, dunque, lo scotto del policentrismo: tante asl e tanti ospedali. Ma la moltiplicazione dei centri non significa più qualità. Dunque, il nostro piano rappresenta il massimo equilibrio possibile tra decreto ministeriale 70, razionalizzazione e qualità”. In merito alla centralità del territorio, Paolucci ha detto che “tutti ci chiedono risorse per il personale, ma non ce ne sono, anche perché abbiamo fatto investimenti sui 118, la telemedicina e altro”. Sul ruolo dei privati “il loro apporto è minimo, rappresentando il 5 per cento dell’intero fondo. Anzi, quest’anno abbiamo anche aumentato la loro parte. Ora – ha concluso – dobbiamo restituire la fiscalità di svantaggio, ma per farlo dobbiamo riallineare il bilancio e portare avanti riforme per tagliare rendite”.

Michelangelo Librandi, della Uil-Fpl nazionale, ha rimarcato la necessità “di agire laddove ci sono degli sprechi, che non possiamo più permetterci” enfatizzando anche il grande limite del dm 70 “che non tiene davvero conto del territorio, che specie in Abruzzo è molto frammentato. Ma occorre cambiare approccio, considerando la complessità della sanità ai giorni nostri”. Silvana Roseto, della segretaria nazionale Uil con delega a Sanità e Sociale, ha fatto il suo convinto plauso “alla concertazione e al dialogo propositivo, che rappresentano il metodo per dare risposte ad un tema complesso come quello della sanità. Ben venga la razionalizzazione, purché non la si scambi con tagli indiscriminati che non contemplano investimenti. È necessario un rinnovamento della cultura sanitaria”.

Sanità verso la fine del commissariamento ultima modifica: 2016-03-20T09:21:49+00:00 da Redazione
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