Processo D’Alfonso: “L’Avv. Di Marco mai subito pressioni da Dezio”

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PESCARA – Penultima udienza quella che si è svolta ieri mattina presso l’aula 1 del tribunale di Pescara, relativa al processo “ Housework” sulle presunte tangenti al Comune di Pescara e che   vede imputate   ben 24 persone. Nella scorsa udienza, il collegio giudicante presieduto da Antonella Di Carlo, ha ascoltato numerosi testimoni della difesa alcuni della Eredi Cardinale, ditta che ha effettuato i lavori alla villa di Lettomanoppello di D’Alfonso.Secondo l’accusa l’ex sindaco avrebbe pagato “ sottocosto la villa”; poi è stata la volta dei testimoni dell’Avv. Mariani imputato nel processo e  secondo il pm Varone i consulenti chiamati dal Comune per far parte della “ commissione”, che fece aggiudicare i lavori per il project financing dei cimiteri, sarebbero stati pagati due volte.
Nella penultima udienza, quella che si è svolta ieri invece,  l’attenzione si è di nuovo focalizzata sulle aree di risulta. Ad animare l’udienza sono stati ancora i testimoni della difesa questa volta quelli convocati dall’avv. Quarta che difende l’ex dirigente comunale Luciano Di Biase, dell’Avv. Squartecchia per l’ex consulente del Comune Francesco Ferragina, ed infine quelli di Goffredo Tatozzi e Manuel De Monte, che difendono l’imputato Nicola Di Mascio.

Il primo testimone ad essere ascoltato è stato, Giancarlo Liberati, consulente incaricato dal Comune per la redazione del piano economico finanziario allegato alla seconda gara per le aree di risulta di Pescara aggiudicata dalla ditta Toto. Il nome del commercialista Liberati, che fu scelto dall’allora sindaco,  fu fatto in seguito ad  una segnalazione dello studio Ambrosetti.

Il commercialista ha spiegato di aver elaborato il documento economico finanziario: “ con un gruppo di lavoro composito a cui partecipavano rappresentanti del settore Lavori pubblici, dell’ufficio Ragioneria e dell’Ufficio mobilità del Comune”. Ma l’attenzione, si sposta sul pagamento degli stalli e sulle ipotesi di ricavo.

A questo punto si verifica lo scontro tra accusa e difesa con il pm che evidenziava il rischio che pur pagando l’accesso alle aree poteva non concretizzarsi la certezza di trovare un posto libero per parcheggiare. La tesi difensiva, mira invece a far venire a galla il valore empirico del piano, “ lo abbiamo studiato in base ai flussi reali di traffico in arrivo dall’asse attrezzato e dalle altre arterie e su stime utilizzate in tutta Italia – afferma il commercialista pressato dalle domande del pm su come erano state definite le tariffe per la sosta e il numero degli stalli riservati a residenti e visitatori- “ L’approssimazione è caratterizzata da un supporto logico e numerico, altrimenti ogni cittadino per essere sicuro di trovare posto dovrebbe acquistare uno stallo davanti casa”.

Emilia Michetti, funzionaria dell’Ufficio mobilità , fra i redattori del piano urbano del traffico dell’amministrazione D’Alfonso, ha confermato le cifre e le previsioni fatte da Liberati, studiate in base, a un metodo adottato per la definizione del piano del traffico.

A sedere sui banchi dei testimoni arriva Giovanni D’Aquino, dirigente a contratto del Comune, a capo dell’Ufficio ragioneria:

“I dati riportati nel documento provengono dalla mobilità urbana, il piano deriva dalla sostenibilità urbana, visto che nasceva da investimento e ritorno di investimento con impatto che riguardava la mobilità cittadina – ha spiegato – coinvolgendo gli uffici competenti alla realizzazione fattiva dell’intervento. Anche le ipotesi dei ricavi erano studiate con ausilio della moblità urbana, per capire la turnazione degli spazi e con un’indagine statistica su Comuni limitrofi e le altre realtà territoriali”.

Incalzato dalle domande dell’avv. Marco Spagnulo a difesa di Guido Dezio, D’Aquino ha detto di non aver mai ricevuto pressioni da Dezio, a quel tempo dirigente del Patrimonio, “Applicavamo le leggi e i regolamenti vigenti per coprire le spese e lo facevamo adoperando le procedure contemplate, che prevedono anche l’affidamento diretto in casi di urgenza, ma sempre per importi limitati”, ha detto D’Aquino.

A questo punto interviene il pm Varone, che chiede quale fosse l’interesse principale che muoveva l’attività di comunicazione istituzionale, “L’interesse della cittadinanza”, afferma D’Aquino che nega che venissero bloccati dei pagamenti, rispondendo ad una precisa domanda da parte di Varone, che sull’argomento chiede inoltre se durante l’amministrazione d’Alfonso le richieste di spesa per la comunicazione fisse aumentata: “Perché era notevolmente aumentata l’attività amministrativa cantierata che lo richiedeva, in termini di opere pubbliche”.

Arriva l’avvocato Paola Di Marco, legale del Comune, che ha assistito sia alla genesi dei bandi sulle aree di risulta, sia all’aggiudicazione della gara in qualità di membro della commissione che dichiara testualmente di non aver mai subito nessuna intromissione da parte di Dezio nelle procedure dell’ufficio legale del Comune.

L’udienza è poi, proseguita fino al pomeriggio inoltrato con l’ascolto di altri testimoni, tra cui anche due consulenti per quanto concerne la difesa dell’avv. Squartecchia per l’imputato Francesco Ferragina. L’ultima udienza del 2011 è in programma Lunedì prossimo 19 dicembre alle ore 9,30 quando saranno ascoltati i testimoni dell’ imputato Leombroni  e di altri imputati; il processo poi, si sospenderà per la pausa natalizia e riprenderà il 9 gennaio del 2012 per poi, protarsi fino alla conclusione fissata per il mese di Aprile.

Processo D’Alfonso: “L’Avv. Di Marco mai subito pressioni da Dezio” ultima modifica: 2011-12-13T00:52:45+00:00 da Rita Consorte
Pubblicato da
Rita Consorte

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