Allora la domanda mi sorge spontanea: a cosa sono serviti gli anni di lotte per ottenere le pari opportunità e la doppia preferenza di genere, se poi le donne vengono candidate, vengono votate, vengono elette e poi non vogliono amministrare e non si vogliono mettere in gioco? Oppure magari lo vorrebbero fare e sono “vincolate” dai partiti di appartenenza?
Io se fossi stata un’eletta, sarei stata orgogliosa e grata di avere l’opportunità di poter dare il mio contributo a questa città che amo tantissimo pur correndo il rischio di perdere il mio posto in consiglio comunale. Perché quando si prende un impegno con gli elettori, e si viene premiati, non si possono e non si devono fare i “compromessi dello scranno” perché poi , altrimenti, non lamentiamoci che non veniamo tenute in considerazione o che dobbiamo faticare più dei “maschietti” per far valere le nostre qualità.
Le donne in politica non devono avere le pari opportunità, devono avere le pari libertà, di esprimere il loro valore, la loro competenza, la loro sensibilità e la loro dignità. Se ce l’hanno.
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