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Pescara, continua l’emergenza inquinamento in mare

da Redazione

Lo sostiene  Armando Foschi, esponente dell’Associazione ‘Pescara – Mi piace’ , che sottolinea il silenzio totale e l’inerzia di tutte le Istituzioni e annuncia: “tutte le carte in nostro possesso saranno portate  in Procura “

Pconferenza-stampa-foschiESCARA – Armando Foschi, esponente dell’Associazione ‘Pescara – Mi piace’ nel corso di una conferenza stampa odierna, ha denunciato una situazione molto grave relativa all’inquinamento del fiume e di conseguenza del mare a causa dei liquami che vi sarebbero stati direttamente sversati.

I dati snocciolati da Foschi  sono tali da poter far gridare allo scandalo

Tra settembre e ottobre 2016 i liquami di Pescara sono stati sversati direttamente nel fiume, ovvero nel mare, senza passare dal depuratore, per ben 202-210 ore. Tradotto, secondo un calcolo approssimativo, sono finiti nel mare tra i 356milioni e i 700milioni di litri di liquami oltre ad almeno 113milioni di litri di acido peracertico, od Oxystrong, nel tentativo di compensare l’impatto ambientale di quei liquami. È questo l’ultimo scandalo che si sta verificando a Pescara nel silenzio totale e nell’inerzia di tutte le Istituzioni, Regione, Provincia, e in primis il Comune con il sindaco Alessandrini, tutti a conoscenza di tale vergogna e tutti fermi con le mani in mano, sperando che nessuno se ne accorga.

Le carte e i dati rompono il silenzio delle Istituzioni

Per tutta l’estate abbiamo vissuto il balletto dei dati inerenti la balneazione: oggi mare-sì, domani mare-no, poi di nuovo mare-sì e via dicendo, una vergogna iniziata nel 2015, con la storia dell’ordinanza fantasma del sindaco Alessandrini, e che ci ha fatto meritare la ribalta nazionale sino a pochi giorni fa, con un’amministrazione comunale che continua a negare le proprie responsabilità anche a fronte di intercettazioni telefoniche inequivocabili – ha sottolineato Foschi -. Ora che la stagione balneare si è conclusa, il sindaco Alessandrini ha ben pensato di far scendere il silenzio sulle drammatiche condizioni ambientali del nostro mare, sperando che se ne riparli a giugno prossimo.

Ma, per sua sfortuna, siamo venuti in possesso delle carte che certificano un vero scandalo che si sta verificando con cadenza quasi quotidiana, nel fiume e nel mare. Ovvero: a Pescara bastano due gocce d’acqua, dunque non nubifragi, né tantomeno esondazioni, per mandare in crisi il depuratore di via Raiale e indurre i gestori della struttura, l’impresa Di Vincenzo, a deviare il flusso di liquami nel bypass a valle, con lo sversamento diretto di quei liquami nel fiume e nel mare senza la depurazione imposta dalla legge. In pochi giorni abbiamo raccolto un faldone con tutte le comunicazioni inerenti l’apertura del bypass e la chiusura”.

Elenco sversamenti liquami

Si parte il 10 agosto, bypass aperto alle 22.30 causa pioggia, e liquami sversati sino alle 15.55 dell’11 agosto, per 17 ore e 20 minuti; il 5 settembre bypass aperto alle 19.30 e chiuso alle 6.30 del 6 settembre, dopo 11 ore di sversamenti.

“Lo stesso 6 settembre il bypass è stato nuovamente riaperto alle 9.30 e gli sversamenti sono proseguiti ininterrottamente fino alle 7 dell’8 settembre, dunque per due giorni, ovvero per 45 ore consecutive”, ha elencato Foschi.

Di nuovo bypass aperto l’11 settembre alle 9.20 con lo sversamento diretto nel fiume dei liquami sino alle 20 dello stesso giorno, per 15 ore; bypass riaperto il 16 settembre alle 12.15 e chiuso solo alle 5 del 17 settembre, dopo 17 ore; il 19 settembre il bypass è stato aperto alle 18.15 e chiuso alle 8 del 20 settembre, dopo 14 ore; ancora il giorno seguente, il 21 settembre, apertura bypass alle 19.50 e chiusura alle 6.30 del 22 settembre, dopo 11 ore di sversamenti continuativi; altra apertura bypass alle 22.30 del 3 ottobre, chiusura alle 8.30 del 4 ottobre, dopo 10 ore; ancora il 5 ottobre aperto il bypass alle 7.30 e chiuso solo dopo 5 ore, alle 12.30, con il ripristino del depuratore; neanche ventiquattro ore e il 6 ottobre, di nuovo, apertura bypass alle 23.10 e chiusura alle 18.50 del 7 ottobre, dopo 19 ore di sversamenti; e ancora il 9 ottobre bypass aperto e chiuso solo alle 9.10 del 10 ottobre; passano 5 ore e sempre il 10 ottobre il bypass è ripartito alle 14.30 per essere chiuso solo alle 7.50 dell’11 ottobre, dopo 17 ore e 20 minuti; sempre l’11 ottobre apertura bypass alle 17.30 e chiuso solo alle 10.40 del 12 ottobre, dopo 17 ore e 10 minuti; poi si passa al 15 ottobre, con apertura bypass dalle 9.30 alle 11; il 16 ottobre il bypass è stato aperto dalle 9.40 alle 12 a causa dei lavori effettuati dall’Aca sui sollevamenti finali della linea fognaria per la riparazione della tubazione di rilancio dalle vasche di prima pioggia al sollevamento IS9.

202 /210 ore di sversamenti diretti dei liquami nel fiume e nel mare

“Infine arriviamo al 26 ottobre, appena 3 giorni, fa, quando la Di Vincenzo ha comunicato di aver aperto il bypass alle 22.30 per la pioggia post-terremoto e non sappiamo a che ora e in che giorno la situazione è tornata alla normalità – ha ripreso Foschi -. La situazione prospettata è aberrante e spaventosa: complessivamente abbiamo conteggiato tra le 202 e le 210 ore di sversamenti diretti dei liquami nel fiume e nel mare. E la ragione è assurda: bastano due gocce di pioggia a determinare un’eccedenza tale di afflusso al depuratore da correre il rischio di mandarlo in tilt, giustificando dunque il bypass, che significa uno sversamento di feci e liquami che oscilla tra i 300milioni di litri (o 300mila metri cubi) e i 700milioni di litri (o 700mila metri cubi).

E per compensare tali sversamenti e i loro effetti sull’ambiente, si calcola che siano stati utilizzati circa 113milioni di litri di oxystrong, o acido peracetico. E il peggio non è finito: l’impresa che gestisce il depuratore invia le proprie comunicazioni inerenti apertura e chiusura del bypass a Regione, Provincia, Arta, Aca e, infine, al sindaco Alessandrini che è anche il primo responsabile della salute dei cittadini, che pure non hanno mosso un dito, non fanno nulla per impedire tale dramma ambientale, in due anni non hanno messo in piedi una sola azione amministrativa per fronteggiare l’emergenza. In compenso parlano della costruzione di due o tre nuovi depuratori, della realizzazione del Parco della depurazione, i soliti progetti faraonici irrealizzabili, e nessuno si preoccupa di far funzionare l’impianto che già esiste.

Atti in Procura

Noi però vogliamo vederci chiaro: non ci aspettiamo risposte dal sindaco Alessandrini, dunque lunedì – ha annunciato Foschi – porteremo tutte le carte in nostro possesso in Procura, in via Lo Feudo, per capire cosa sta accadendo, e perché bastano due gocce di pioggia per far attivare il bypass a valle.

E poi vogliamo sapere se la legge permette di sversare nel fiume e nel mare acque non sottoposte a depurazione, se ci sono delle responsabilità e dei responsabili, vogliamo conoscere l’esatta entità dei liquami sversati e il loro impatto sul mare, e vogliamo capire se un sindaco può permettersi di assistere inerte a un tale scempio senza fare nulla se non chiacchiere.

Oggi siamo a ottobre, ed è ora che occorre lavorare se veramente vogliamo restituire ai pescaresi il proprio diritto ad andare al mare che è patrimonio di tutti, ma soprattutto non possiamo accettare che dopo lo scandalo all’arsenico il nostro fiume e il mare subiscano anche l’onta dei liquami”.

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