PESCARA – Conferenza stampa giovedì mattina nella Sala Giunta del Comune di Pescara per presentare il programma della seconda edizione di MURAP, il festival sul muralismo urbano contemporaneo promosso da Fondazione ARIA e Comune di Pescara. Arte Pubblica, Riqualificazione Urbana, Partecipazione Creativa della comunità locali, questi gli asset principali del progetto che ha visto lo scorso anno la realizzazione dei murali sui piloni dell’asse attrezzato della Golena sud e nei quartieri Zanni e San Donato.
“Questo progetto mi appassiona e mi rende felice – afferma il Sindaco Carlo Masci –perché ci permette di intervenire, insieme alla Fondazione Aria, lì dove abbiamo già in animo come amministrazione di creare spazi urbani che siano simbolo e opportunità di rigenerazione urbana e sociale. Nel caso del quartiere Rancitelli, che è una delle due zone della città dove agiremo, il progetto MURAP 2022, in nome e dell’arte e del muralismo contemporaneo, diventa valore aggiunto nel più ampio programma di riqualificazione di una zona periferica molto ampia nella quale forte è la necessità di offrire strumenti culturali contro il disagio e la difficoltà personale”.
Quest’anno si interviene su due aree della città: gli undici piloni dell’asse attrezzato compresi tra il Ponte d’Annunzio e il Ponte Risorgimento e il quartiere Rancitelli.
Per quanto riguarda i piloni dell’asse attrezzato, si interverrà sulle facce rivolte vero il mare e il motivo ispiratore dell’intervento pittorico sarà sempre legato alla contraddizione che l’asse attrezzato rappresenta, in quanto infrastruttura che, se da una parte ha risolto molti dei problemi legati al traffico automobilistico, dall’altra ha rappresentato un danno irreversibile dal punto di vista ambientale e storico.
Quest’anno per i piloni abbiamo chiamato Peeta, dichiara Alessandro Sonsini, direttore artistico di MURAP – un’artista di Padova conosciuto per quella sua pittura che distorce e rompe i limiti delle superfici costruite, abbatte i muri creando delle illusioni ottiche tridimensionali che, nel caso pescarese, anticipano in un certo senso il sogno di vedere la città liberata da questa invadente infrastruttura.
A Rancitelli invece sarà abbinato l’intervento muralistico con un intervento di riqualificazione urbana. Saranno realizzati due murali sulla parete di testata dell’edificio lineare posto lungo via Lago da Capestrano, a cura degli artisti Tellas e 2BLeene.
Il primo è un artista sardo conosciuto per i suoi “erbari urbani”, grandi foglie che rimandano al mondo vegetale e la seconda, un’artista portoricana che già lavora con Tellas da tempo e che ha un genere pittorico similare.
Un altro murale più piccolo sarà realizzato da Emanuele Romano, di Roseto, giovanissimo ma molto conosciuto per le sue macro api che dipinge in modo magistrale, alludendo a tematiche che oscillano tra l’ecologico e l’operosità collettiva.
Una novità di questa nuova edizione è il coinvolgimento degli abitanti del quartiere Rancitelli nella realizzazione di 26 formelle artistiche grazie ad un laboratorio in collaborazione con le associazioni Ananken, On The Road, Diversuguali, Cooperativa Orizzonte, Centro sportivo Donati, i parroci delle due chiese don Max e don Carmine, due Garanti regionali del Tribunale, Marina Falivene e Gianmarco Cifaldi in collaborazione con il Carcere di Pescara.
Come lo scorso anno sono previste delle attività collaterali: un laboratorio con 26 abitanti del quartiere Rancitelli, un convegno, una mostra fotografica, la realizzazione e proiezione di un docufilm, e alcune tesi di laurea sull’esperienza di MURAP Festival, curate dal prof. Gianmarco Cifaldi dell’Università d’Annunzio.
Il presidente della Fondazione Aria, Dante Marianacci, confermando che il progetto è in linea con la mission di coinvolgere e valorizzare il territorio, ha affermato infine che “L’arte e la cultura sono strumenti di dialogo tra i popoli e tra i gruppi sociali. Questo progetto del MURAP Festival permette di avvicinare più realtà e di riscoprire e recuperare parti della città che ingiustamente sono considerate solo periferia. Auspico che, come accaduto in tante città europee, i nostri quartieri decentrati possano vivere attraverso l’arte pubblica una trasformazione positiva”.