Chieti

Chieti, tutto pronto per “La Scuola de’ Gelosi” al Teatro Marrucino

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Appuntamento per domani pomeriggio alle ore 17.30. Si tratta della prima rappresentazione in età moderna

CHIETI – Si terrà domani, con inizio alle ore 17.30, al Teatro Marrucino di Chieti, “La Scuola de’ Gelosi”, dramma giocoso in due atti con libretto di Caterino Mazzolà e musica di Antonio Salieri. Si tratta della prima rappresentazione in tempi moderni.

“Questa è una stagione travagliata per le note difficoltà economiche – ha sottolineato il presidente del Cda del Teatro Marrucino, Cristiano Sicari – ringrazio per il finanziamento regionale. Per noi questa è una cosa importante perché ci rendiamo conto del momento difficile che stiamo vivendo. Siamo tutti consapevoli che nel momento in cui si devono tagliare i fondi, il Sociale ha maggiore priorità rispetto a taluni settori. La cultura è un elemento fondamentale per ogni società e forse diventa ancora più fondamentale in un momento di difficoltà. In epoca antica i romani distrussero tutte le librerie, gli studiosi ritengono che ci sia stato un impoverimento della cultura, lo è stato anche a livello di fonti che si tramandano nella storia. Oggi presentiamo un’opera di Salieri e credo che sia un risultato eccezionale. È un’opera del ‘700, forse meno rappresentata, ma essendo un’opera del maestro Salieri per noi è una grande gioia e sarà riproposta con un’orchestra ottimamente guidata dal maestro Rigon. I conduttori di un programma sulla lirica su Radio 3 saranno presenti domani e c’è la prospettiva che possano parlare di questo spettacolo nel programma. Qualora dovessero arrivare anche delle critiche per noi sarà comunque un bagaglio. Questo ci dimostra che il Teatro Marrucino, che vuole tenere viva la Lirica, si è incamminato in un percorso di qualità”.

La trascrizione dell’autografo è a cura di Jacopo Cacco e Giovanni Battista Rigon. Don Filippo Conte Bandiera è interpretato da Patrick Kabongo (tenore), la Contessa (moglie gelosa del Conte) da Francesca Longari (soprano), Blasio Biadaiuolo (marito geloso di Ernestina) da Benjamin Cho (baritono), Ernestina (moglie di Blasio) da Eleonora Bellocci (soprano), Lumaca (servitore di Blasio, amante di Carlotta) da Qinming Dou (baritono), Carlotta (cameriera di Ernestina) da Ana Victoria Pitts (mezzosoprano) ed il Tenente (cugino di Blasio, amico del Conte) da Manuel Amati (tenore). L’azione si svolge a Milano, il maestro concertatore e direttore d’orchestra è Giovanni Battista Rigon, la regia è di Italo Nunziata, le scene di Andrea Belli, i costumi di Valeria Bettella, disegno luci di Marco Giusti, orchestra “I virtuosi italiani”.

“Quest’opera per me è al centro della nostra attività, anche come importanza – ha sottolineato il direttore artistico della deputazione teatrale del Teatro Marrucino, Ettore Pellegrino – rappresenta un punto di collegamento con tutti il resto dei Teatri d’Italia una collaborazione tra il Teatro Marrucino insieme a Federico Pupo e al Maggio Musicale Fiorentino, al Teatro Salieri di Legnago, insieme ad una produzione di qualità, invito tutto il popolo abruzzese a venire ad ascoltare e a vedere quest’opera. Queste sono delle operazioni che riportano alla luce delle grandi opere letterarie ed è bellissimo perché la Lirica non è formata solo di Traviate, di Tosche e compagnia cantando, ma ci sono anche delle opere ‘minori’ e che hanno una formazione importante”.

Il soggetto. Blasio, un ricco agricoltore, ha sposato Ernestina e la perseguita con la sua insensata gelosia. Si sveglia di notte in preda ai deliri, le affibbia amanti inesistenti e ha deciso, per stare più tranquillo, di chiuderla in casa col lucchetto. Ernestina è una sposa irreprensibile ma il continuo sospetto, la quotidiana minaccia, fanno nascere in lei il desiderio di dare una bella lezione al marito. Alle quotidiane querelle famigliari prendono parte Lumaca, servo di Blasio e Carlotta, cameriera di Ernestina, che sta per lasciarla per servire la Contessa.

Intanto nel palazzo del Conte di Bandiera la Contessa lamenta la sua triste sorte: ha sposato un uomo dal genio incostante, che prima l’amava ed oggi la trascura. Ed è proprio per questo gelosa. Il Conte si confida con il Tenente, uomo di spirito e amico. In amore vince la varietà, è stufo della solita routine famigliare e pur riconoscendo i talenti della Contessa, il matrimonio l’ha resa poco appetibile ai suoi occhi. L’ultima trovata è quella di voler sedurre la moglie di un geloso: perché l’esasperazione che nasce dall’essere oggetto costante di controllo è il miglior motore per il tradimento.

Le sue mire cadono su Ernestina. Il Conte si presenta al palazzo di Blasio e questi, accecato dalla gelosia, prima fa di tutto per non lasciarli soli, poi chiude sotto chiave la moglie la quale però si è procurata uno sciogli lucchetto che usa per poter uscire con il Conte ed andare a fare spese alla fiera. Il finale del primo atto vede il Conte ed Ernestina a passeggio, Blasio travestito da statua da Moro che li spia la Contesa con Carlotta che fa la finta astrologa per tenere sott’occhio la situazione in un improvvisato gran bazar della follia, di cui Blasio è mercante.

Il secondo atto si apre con lo sciapito pranzo in casa del Conte e della Contessa: i due decidono di sposare la filosofia della coppia aperta. E la Contessa, su suggerimento del Tenente, invita Ernestina a palazzo per controllare meglio le mosse del marito. Intanto il Tenente consiglia a Blasio di simulare indifferenza, gli passa il ritrattino di Lisetta, un’avvenente signora del circondario, per stimolare l’interesse di Ernestina. Il Conte propone ad Ernestina una partita a carte,mentre la Contessa solfeggerà e canterà per il Tenente. Blasio è furibondo ma deve dissimulare e, su consiglio del Tenente, si mette in disparte. Quando Ernestina vede il marito così indifferente e distratto inizia a vacillare, convincendosi che davvero sia l’amante di Lisetta.

Vedendo che Blasio ha fatto preparare la carrozza, si precipita per seguirlo insieme al Conte, che mette a disposizione la sua carrozza sperando di godere con lei di un po’ di intimità. Nel bosco, tra le fronde, si ritrovano Ernestina, Blasio, il Conte e la Contessa. Ernestina cerca Blasio dichiarandogli il suo amore, Blasio finge di essere l’eco e risponde al Conte il contrario di ciò che vuole sentirsi dire. Nel frattempo la Contessa simula allegria e nonchalance, fingendo interesse per il Tenente, facendo nascere di nuovo nel Conte un sentimento di desiderio. Tutti recitano una parte ma il gioco non dura a lungo: levatisi la maschera, i quattro esplodono in una scenata di gelosia multipla. Ma il Tenente e Carlotta tranquillizzano gli animi: l’indifferenza e le supposte relazioni extraconiugali erano solo un escamotage per testare l’amore dei consorti, l’exemplum è riuscito e la prova d’amore confermata: chi vuole irrobustire la fedeltà della donna,la lasci padrona della sua libertà.

“La cultura sociale non si crea soltanto con i servizi diversi dell’offerta culturale di una città – ha spiegato Federico Pupo, coordinatore generale del progetto dalla Fondazione Culturale Salieri La Scuola de’ Gelosi – non va indirizzata soltanto ai turisti, ma ai cittadini intanto. Molte città che sono state distrutte, sono state conquistate innanzitutto dalla cultura. Città come Berlino e Belgrado che hanno subìto i bombardamenti, hanno continuato a suonare. Questa opera dimostra l’immenso valore di questo musicista, Salieri, che è stato anche un grande uomo. Il rapporto con Mozart è stato di grande amicizia, Mozart deve molto a Salieri non c’è dubbio che dopo Salieri arriva Mozart. Questa opera ha girato tutta Europa ed ha avuto parecchi allestimenti. Abbiamo tanti giovani di prospettiva, siamo riusciti a metter insieme uno staff artistico che dà già certezza. Abbiamo fatto le migliori scelte per garantire la qualità. Ci sono stati diversi Teatri che si sono uniti a questo progetto. È stato un lavoro che è iniziato due anni fa, siamo molto contenti di questo e riguarda Teatri di varia esperienza. Si sono messe insieme queste realtà attorno ad un progetto. Ringrazio il direttore del Teatro Marrucino perché ci dà coraggio. Abbiamo un patrimonio culturale che è ora di tirare fuori, patrimonio che senza questi personaggi non sarebbe esistito”.

“Assisteremo ad uno spettacolo molto divertente – ha assicurato il direttore d’orchestra è Giovanni Battista Rigon – con la regia di Italo Nunziata. È un’opera del ‘700 che viene eseguita in tempi moderni per la prima volta. Per circa 200 anni questa opera è rimasta in qualche scaffale, in qualche cassetto. Questa partitura è conservata a Vienna, noi l’abbiamo trascritta con il computer ed abbiamo creato le parti d’orchestra, la parre per concerti ed è eseguita per la prima volt, è un esperimento molto interessante. Questa è un’opera che con questo allestimento gira un po’ tutta l’Italia, è stata allestita a Legnago, che è il paese natale di Salieri, che è un musicista che è vissuto tra il 1750 ed il 1825 e fu considerato come il musicista più importante della sua epoca perché era il maestro di cappella dell’imperatore d’Austria che era all’epoca come il presidente degli Stati Uniti oggi. È partita questa produzione a Legnago per poi girare tutta l’Italia a partire da Verona, Belluno, ed andrà a Jesi e al Teatro Comunale di Firenze. Quindi rappresenta un tipo di approccio all’opera del ‘700, un’opera nuova che non è mai stata eseguita al giorno d’oggi, molto particolare. Alla prima a Legnago abbiamo avuto molta critica anche a livello internazionale perché è appunto un evento importante, quindi credo che sia importante essere riusciti ad accaparrare una replica di questa primizia”.

Pubblicato da
Francesco Rapino

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