Il libro di Attilio Mazza sarà presentato lunedì 18 maggio
PESCARA – D’Annunzio, al contrario di quello che comunemente si potrebbe pensare, “ebbe una sensibilità fortemente religiosa, anche se risulta difficile, addirittura impossibile, definire la sua religiosità”.
E’ quanto giustamente rileva Attilio Mazza, nel bel volume, pubblicato da Ianieri Editore, “La religione di D’Annunzio”; il libro verrà presentato, su iniziativa della Fondazione Edoardo Tiboni per la Cultura e del Centro Nazionale di Studi Dannunziani, lunedì 18 maggio, alle ore 17.30 presso il Mediamuseum di Pescara, Piazza Alessandrini, 34, con la partecipazione di Umberto Russo, Franco Di Tizio, Andrea Lombardinilo e Dante Marianacci.
Attilio Mazza, recentemente scomparso, dannunzista di valore, che aveva dedicato le sue energie migliori allo studio di D’Annunzio, con numerose pubblicazioni, in questo volume ripercorre le tappe più significative della vita del poeta e della sua opera: dall’infanzia pescarese, tra preghiere e superstizioni, con i riti della zia Onufria, badessa del monastero di Ortona, che lo saziava – come ricorda nel “Notturno”, con i suoi “ragionari sinuosi come il garbo delle sue labbra”; alla giovinezza, che lo videro accostarsi allo studio anche dell’Islam e della cultura orientale, dell’ebraismo, del buddismo; alla maturità con la sua particolare predilezione per la figura di San Francesco, al quale intendeva dedicare un libro, come, prima ancora, aveva dichiarato di voler fare, in una lettera indirizzata all’editore Treves nel 1893, , per Cristo, perché vedeva “nella vita del Galileo una meravigliosa materia d’arte” e voleva, “con lo stesso metodo con cui scrivo i miei romanzi”, cercare “di rendere quella figura quanto più viva possibile”; fino alla morte e ai contrastanti atteggiamenti della Chiesa e del Regime ai suoi funerali.
Molto spazio nel libro di Mazza è riservato ai rapporti di D’Annunzio con la sua città natale, con puntuali riferimenti alla costruzione negli anni Trenta del secolo scorso, della Cattedrale di San Cetteo e alla ricca corrispondenza con il suo abate e parroco, Don Pasquale Brandano e con la fedele Marietta Camerlengo, sempre nel ricordo della adorata madre, Luisa De Benedictis, che nella Cattedrale tuttora riposa.