In Abruzzo, cresce il numero di reati informatici

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Sempre più difficile smascherare i cyber-criminali.

PESCARA- Si parla di mondo virtuale, di cloud ed assenza di luoghi fisici ma i Cyber Criminali e i loro reati sono reali e puntano ai nostri soldi. Il 99% delle segnalazioni di reato informatico che giunge alla Procura distrettuale de L’ Aquila, competente per questo genere di crimine, riguarda infatti furti di denaro da conti correnti, furti effettuati online, certo, ma che fanno sparire contanti. E’ solo uno dei preoccupanti dati emersi  durante il convegno Violenza informatica e Cyber Attack: Di.F.e S.I.? (acronimo che sta per Digital Forensics e Sicurezza Informatica) che ha visto per la prima volta riuniti attorno ad un tavolo oltre cento tra esponenti di Polizia, magistrati ed avvocati.

Un vero allarme sociale, quello del Cyber crimine, che è testimoniato anche dai numeri forniti dalla dott.ssa Simonetta Ciccarelli, Sostituto Procuratore il Tribunale de L’Aquila: la percentuale di procedimenti per reati informatici si aggira, negli ultimi tre anni, intorno al 15% sul totale dei reati iscritti, ciò significa che per ogni 10 reati commessi più di uno riguarda una violazione commessa utilizzando la tecnologia informatica e le reti, per un totale di 3125 procedimenti attivati contro noti ed ignoti.

I tecno-criminali puntano, nella maggior parte dei casi, a farsi consegnare le proprie referenze e codici di accesso ai conti bancari; il tutto avviene, più spesso, con una tecnica chiamata phishing: con l’invio di una semplice mail, un sms o un messaggio su Facebook, i phisher puntano a convincere l’utente a fornire informazioni sensibili e i dati del bancomat o della carta di credito, simulando un messaggio (spesso allarmistico) con il logo del proprio istituto di credito e lo invitano a cliccare su un link o a scaricare un allegato: le banche hanno toccato le 1380 segnalazioni di attacchi da parte di Url unici, mentre ad essere contraffatti sono soprattutto gli Url di Poste Italiane.

Smascherare gli autori di questi reati non è affatto semplice: le tecniche criminose sono aggiornate quotidianamente e non sempre gli strumenti della legge riescono ad aggiornarsi in tempo reale:

La digital forensics si muove su una materia dinamica e complessa inoltre scarseggiano i mezzi e la formazione.

ha aggiunto durante il suo intervento nel convegno Antonio Deidda, Segretario provinciale Siulp di Pescara. Secondo quanto illustrato, infatti, le tecniche di antiforensics possono contare su tecnologie capaci di “scappare”: ci sono infatti server che spostano dati da un Paese all’altro, soprattutto in Stati dove è difficile chiedere la cessione di informazioni, come la Cina o la Nigeria; di “nascondersi o mascherarsi”: molto diffuso è l’utilizzo di macchine virtuali crittografate, che non lasciano tracce o distolgono l’investigatore dal percorso per il recupero dei dati, o ancora di muoversi su piattaforme che, una volta spento il computer, scompaiono. Sebbene, infatti, siano potenzialmente ovunque (smartphones, gps, fotocamere, computers), una delle prerogative della prova digitale è che, se non trattata adeguatamente dagli investigatori, potrebbe essere irrimediabilmente manomessa o cancellata per sempre.

Al tavolo dei relatori, moderati dalla giornalista Rai Roberta Mancinelli, Orazio Colantuono (Segretario generale Provinciale Siulp Pescara), Marcello Pacifico (Segretario sindacato Avvocati Pescara), Ivano Gabrielli, (Commissario Capo Servizio Polizia Postale), Giovanni Battista Gallus, Avvocato e Presidente del Circolo dei Giuristi Telematici, Franco Sivilli, docente di informatica dell’UdA, Giovanni Napoli, manager di Rsa Emc – azienda leader di sistemi di sicurezza, Denis Frati, fondatore di D3lab e ricercatore in digital forensics, Damiano Verzulli, responsabile outsourcing Cineca, l’infrastruttura IT dell’UdA, e Mauro Tedeschini, direttore del quotidiano Il Centro, media partner dell’iniziativa. A chiudere la giornata Felice Romano, Segretario Generale Nazionale del Siulp, che sintetizzando nelle parole ‘Tutela e Sicurezza’ il ruolo attivo del Sindacato di Polizia, ha auspicato la creazione di un’Autorità Giudiziaria Internazionale che possa contrastare le problematiche legate alla ‘transazionalità’ del Cyber crimine.

La necessità evidenziata all’unanimità dai relatori e dagli intervenuti è dunque, quella di incrementare informazione e formazione sia per gli addetti ai lavori ma anche e soprattutto per gli utenti finali, a partire dai giovani, che devono prendere coscienza dei reati informatici e denunciare ogni abuso.

In Abruzzo, cresce il numero di reati informatici ultima modifica: 2012-12-01T07:21:19+00:00 da Annarita Ferri
Pubblicato da
Annarita Ferri

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