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Giornata della Legalità: incontro di Don Merola con gli studenti

da Donatella Di Biase

PESCARA – Si è svolta , ieri, la prima “Giornata della Legalità” presso il Cinema-Teatro Circus, che ha coinvolto circa seicento studenti delle scuole medie di Pescara (Tinozzi – Pascoli, Rossetti – Mazzini, Virgilio Carducci – Montale-Michetti, Antonelli – Croce, Istituto Comprensivo Pescara Uno, Istituto Nostra Signora). All’evento, promosso dall’assessore alla Pubblica istruzione del Comune di Pescara Roberto Renzetti appositamente il 26 marzo, ultimo giorno del mese dedicato alla legalità a livello nazionale, hanno partecipato Don Luigi Merola, presidente della fondazione ‘A voce de’ creature’’ e il prefetto di Pescara Paolo Orrei.

Don Luigi Merola ha detto che un tale incontro deve essere un giorno di festa per gli studenti presenti, non perché hanno perso l’ora di matematica o di italiano. E’ un occasione per fare la scuola della vita, una scuola che prepara i giovani e li rende consapevoli delle proprie responsabilità.  Docenti, amministratori, genitori, Forze dell’Ordine, hanno un compito fondamentale: educare i ragazzi al valore della legalità intesa non soltanto come lotta alla mafia o alla camorra, ma come strumento per far crescere la nostra società.

Ha detto ancora Don Merola:

il  silenzio è la forza della criminalità organizzata , che è potente perché noi ‘ci facciamo i fatti nostri’. Con la fondazione ‘A voce de’ creature’ abbiamo cercato di rompere tale muro di omertà. Come disse Madre Teresa di Calcutta, ‘l’oceano è fatto di gocce’, e noi abbiamo portato una goccia nell’oceano. Il mio sogno è fare in modo che occasioni come l’incontro odierno siano sempre più frequenti, per avvicinare i ragazzi ai valori della legalità e sottolineare il ruolo della cultura come arma per ribellarsi al sopruso delle organizzazioni mafiose: più conosciamo e più saremo sovrani, e non sudditi della malavita.

Ha dichiarato il prefetto Orrei:

i giovani devono prendere esempio da uomini come Don Luigi ,che hanno dedicato la loro vita alla tutela della legalità. Purtroppo oggi i genitori sono abituati a delegare l’educazione dei figli alla scuola oppure a internet. Bisogna riscoprire il ruolo della famiglia come punto di riferimento essenziale nella formazione dei ragazzi.

Ha dichiarato il sindaco Mascia :

voglio sottolineare  l’estrema rilevanza della giornata odierna, un’occasione preziosa per i nostri ragazzi per ascoltare le parole di un giovane sacerdote che ha dedicato la propria vita alla lotta  contro la criminalità organizzata, si chiami essa mafia, ‘ndrangheta o camorra. Un giovane sacerdote che sta dedicando la propria vita, in prima linea, rischiando in prima persona, per salvare i ragazzi, per sottrarli al reclutamento operato dalle organizzazioni che agiscono nell’ombra, sfruttando la condizione di povertà di molte famiglie, rubando la vita, i sogni, la speranza di decine di ragazzi rubati ai loro giochi, alla scuola, al tempo dei banchi, delle partite di pallone, per essere usati per delinquere.

Voglio dunque rivolgere un invito ai nostri studenti: siate attenti, ascoltate le parole di Don Luigi Merola, approfittate della sua presenza, riflettete sui temi affrontati questa mattina, e poi approfondite quegli stessi temi in classe, con i vostri compagni, con i vostri docenti, e ancora in famiglia, con i vostri amici. Ricordate che la prima arma per combattere la criminalità organizzata è la cultura, il conoscere, il sapere, che vi impedirà di cadere nelle trappole di chi propone facili guadagni. Sappiate dunque cogliere il messaggio più profondo della Giornata della Legalità, intesa come rispetto delle regole, rispetto dell’altro, coraggio di denunciare abusi e soprusi anche quando non ci colpiscono personalmente.

Ha affermato l’assessore Renzetti :

abbiamo deciso di dedicare la Giornata della Legalità ai giovani  perché agli adolescenti appare difficoltoso accettare un mondo fatto di regole. Vivere nella legalità significa consapevolezza che non ci siano scorciatoie nella vita, significa credere nelle Istituzioni e crescere nella partecipazione democratica.

Il Comune, in qualità di Ente pubblico, ha il dovere di incentivare tale cultura, in un periodo in cui i mass-media ci segnalano quotidianamente esempi negativi, la politica ha il compito di stimolare una più forte coscienza critica e per tale ragione trasformeremo tale iniziativa in un appuntamento fisso da ripetere ogni anno, facendo nostra una frase che il giudice Paolo Borsellino, ucciso dalla mafia era solito ripetere, ossia ‘Parlate della mafia, della camorra, della ‘ndrangheta. Parlatene alla radio, alla televisione, sui giornali. Però parlatene’. La testimonianza di Don Merola, anche attraverso la proiezione di filmati che ci hanno mostrato uno spaccato del tessuto sociale in cui le organizzazioni criminali proliferano, rappresenta un’esperienza importante per i nostri ragazzi.

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