Associazione culturale “Ambasciatori della fame”
PESCARA – Figli d’Abruzzo … John SCARNE (Orlando Carmelo Scarnecchia) uno dei più grandi prestigiatori e “maghi” d’ogni tempo era figlio di emigranti abruzzesi.
I suoi genitori erano nati a Barrea (AQ). Nel film “La stangata” prestò le sue magiche mani a Paul Newman. Alla sua morte il “New York Times”scelse di ricordarlo con una frase dello scrittore John Lardner: “ Scarne è stato per il gioco quello che Einstein è stato per la fisica”
Orlando Carmelo Scarnecchia era venuto alla luce il 4 marzo del 1903 nella cittadina di Steubenville nell’Ohio da Fiorangelo Scarnecchia (nato nel 1866) e da Maria Giuseppa Tamburro entrambi nati a Barrea (AQ). Il padre faceva ogni tipo di lavoro pur di garantire un futuro migliore alla sua famiglia. In particolare avrebbe voluto che il figlio studiasse per un riscatto dalla povertà. Per questo lo iscrisse alla Guttenberg Grammar School di Fairview nel New Jersey dove intanto la famiglia si è trasferita. Il ragazzo, prodigioso nei calcoli matematici, si mostrò assai poco incline allo studio oltre che notevolmente irrequieto. Prediligeva di gran lunga la strada e quelle che diverranno il grande amore della sua vita “le carte”. Un giorno tornato a casa,con le tasche piene di dollari, alla mamma che chiedeva come se li era procurati rispose “con il gioco delle tre carte”. Nella realtà il bambino aveva conosciuto, e scelto come riferimento, un vecchio baro che gli aveva insegnato ogni tipo di trucco nella manipolazione le carte. Sua madre, religiosissima, riuscì a convincerlo ad abbandonare il gioco d’azzardo in generale e di non truffare mai più nessuno. Sempre la madre, che aveva intuito le sue notevoli capacità, lo convinse a praticare ed avvicinarsi all’arte più nobile della prestigiazione. Presto nacque la leggenda del “piccolo mago” che intanto aveva deciso di cambiare definitivamente, e per sempre, nome in John Scarne.
In poco tempo, Scarne diventò un esperto non solo in effetti magici, ma in tutti i tipi di giochi. Erano in molti ad affermare che è il s
L’8 giugno del 1942 la rivista “LIFE” gli dedicò un ampio e documentato servizio. La sua popolarità era oramai inarrestabile. Rimane epica la sua esibizione al Bonaire Hotel Casinò nelle Antille quando sfidò, contemporaneamente, due “slot machine” e, naturalmente, vinse.
Non mancò mai, quando veniva chiamato, di esibirsi nelle riunioni organizzate dalle comunità italo-americane e ancora di più se abruzzesi.
Iniziò a scrivere libri, in tutto saranno ventotto, e tra i più venduti “Scarne on Dice”, “S
John Scarne morì, presso l’Ospedale di Englewood nel New Jersey, all’alba del 7 luglio 1985 e il New York Times lo onorò ricordando una citazione dello scrittore John Lardner “ Scarne è stato per il gioco quello che Einstein è stato per la fisica”
(a cura di Geremia Mancini – Presidente onorario “Ambasciatori della fame”)
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