Edilizia: Ance Pescara aderisce a mobilitazione nazionale

Delegazione abruzzese alla manifestazione di oggi a Roma

PESCARA – L’associazione nazionale dei costruttori edili (Ance) di Pescara, presieduta dall’architetto Giuseppe Girolimetti, aderisce alla mobilitazione nazionale fissata per oggi mercoledì 1 dicembre.

Questa mattina, una delegazione dell’Ance Pescara, partecipa alla manifestazione pubblica di Roma.

La manifestazione é indetta dall’associazione degli imprenditori e delle Organizzazione sindacali dei lavoratori del comparto edile per protestare e richiedere l’intervento del Governo per affrontare la crisi economica.

Imprese e lavoratori chiedono inoltre al Governo dei  provvedimenti per il  rilancio del settore, e propongono di costruire un nuovo modello di sviluppo, basato sulla qualità e la legalità dell’impresa e del lavoro.

Il corteo si radunerà in Piazza Montecitorio, a partire dalle ore 10.30.

Al termine della manifestazione, lavoratori ed imprenditori edili, abbandoneranno il casco in piazza Montecitorio in segna di protesta.

Il settore dell’edilizia, in Italia, è piegato da una crisi senza precedenti: oltre 250.000 posti di lavoro persi, oltre 300% in più di utilizzo ammortizzatori sociali, oltre il 20% medio di riduzione delle produzioni nei settori dei materiali da costruzione, circa 70 miliardi in meno di valore complessivo delle produzioni.

L’architetto Giuseppe Girolimetti, presidente Ance Pescara, fornisce un’analisi della situazione attuale:

Nella Provincia di Pescara abbiamo perso circa 1000 posti di lavori nel sistema Ance. A questo dato dobbiamo aggiungere altri 500 posti di lavori collegati all’indotto. È un dato spaventoso e preoccupante. Anche il settore della libera professione (ingegneri, geometri, architetti) sta soffrendo per questa crisi che ha messo in ginocchio l’intera filiera dell’edilizia.

A pesare sul comparto edile c’è anche la riduzione degli investimenti pubblici. Queste le conclusioni di Girolimetti

Nel 2010 abbiamo registrato anche una forte diminuzione degli appalti pubblici, stimati intorno al 70%. Se a questo si aggiunge l’inaccettabile danno causato dai ritardati pagamenti della Pubblica amministrazione emerge un quadro di assoluta gravità.