Ad incastrare il malfattore sono state le impronte digitali rinvenute e repertate dai militari sulla scena dei delitti, in particolare quelle su di un secchio di in metallo e su un “rendiresto” in plastica, che, attraverso il confronto dattiloscopico svolto al ris di roma, hanno svelato l’inequivocabile identità del reo.
L’uomo non è nuovo a episodi del genere: già nel 2015 aveva preso di mira la Chiesa di Madonna delle Piane a Chieti, riuscendo a sottrarre attrezzi da lavoro e addirittura l’autovettura del parroco.
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