Pescara

Celebrazione del 25 aprile a Pescara

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PESCARA – Si sono svolte ieri a Pescara le celebrazioni promosse dall’amministrazione comunale in occasione del 66° Anniversario della Festa Nazionale della Liberazione.Teatro delle manifestazioni come da tradizione  una piazza Garibaldi gremita di cittadini . Presenti le massime Autorità cittadine, tra cui il Prefetto di Pescara Vincenzo D’Antuono, il Presidente della Provincia di Pescara Guerino Testa, il vicepresidente del Consiglio comunale Gianni Santilli, l’assessore Vincenzo Serraiocco, e il Presidente della Circoscrizione Porta Nuova Piernicola Teodoro.

La cerimonia ha avuto inizio alle ore 10.00 con il picchetto d’onore, guidato dal sottotenente di vascello Murano e composto dalle Forze dell’Esercito, Capitaneria di Porto, Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia di Stato, Polizia Penitenziaria, Corpo Forestale dello Stato, Croce Rossa e Vigili del Fuoco.

Alle 10.05 l’ingresso dei Labari delle Associazioni combattentistiche e d’Arma, di Comune e Provincia di Pescara. E dopo il passaggio in rassegna delle Forze militari da parte del Prefetto D’Antuono, si è svolta la cerimonia dell’Alzabandiera con l’esecuzione dell’Inno di Mameli. Quindi la benedizione di Don Giampaolo Galeazzi:

siamo qui a onorare i fratelli che hanno dato la propria vita per i valori della libertà, della solidarietà, per aiutare gli altri, seguendo l’esempio di Gesù Cristo che per primo si è messo all’ultimo posto, al posto dei sofferenti, di quelli trattati ingiustamente, ha accettato la morte ed è risorto. Seguendo il suo spirito, tutti noi possiamo essere fratelli degli ultimi ed essere solidali, portando nel cuore l’amore per la nostra patria e per il mondo.

Dopo la preghiera il Prefetto D’Antuono, il sindaco Albore Mascia e il Presidente Testa hanno reso gli onori al Monumento ai Caduti, con la deposizione delle tre corone d’alloro, momento scandito dalle note del Piave e del Silenzio. Quindi l’intervento del sindaco Albore Mascia:

saluto le Autorità civili, religiose e militari oggi presenti, la cittadinanza che come ogni anno è intervenuta numerosa alla celebrazione solenne, celebrazione che oggi si riempie di significati ancora più pregnanti e rilevanti per la concomitanza con l’Anniversario dei 150 anni dell’Unità d’Italia. La celebrazione odierna si inserisce a pieno titolo, con rinnovato vigore, nel solco delle riflessioni e dello spirito di riscoperta delle nostre radici storiche, che hanno contraddistinto i dibattiti, i confronti, gli approfondimenti portati avanti in tutto il Paese in occasione dei festeggiamenti per l’Unità d’Italia.

Il sindaco ha poi ricordato le iniziative promosse dall’Amministrazione comunale per i 150 anni  tra cui la ‘Notte Bianca’, la Notte Tricolore che hanno avuto il pregio di coinvolgere non solo le Istituzioni, le realtà associative e folkloristiche del territorio, ma, soprattutto, le  scolaresche, con l’intento di riavvicinare i giovani alla nostra storia, di renderli partecipi di un vero e proprio impeto di riscoperta dei valori nazionali, che ha attraversato come un fiume travolgente tutto il territorio italiano.

Ha detto ancora il sindaco:

a questo proposito  notevole e imprescindibile è stato il contributo del nostro Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al quale va il plauso di tutti noi rappresentanti delle Istituzioni per aver profuso impegno e dedizione nell’organizzazione e nello svolgimento delle iniziative celebrative, infondendo alla Nazione un risvegliato orgoglio per le proprie tradizioni, un nuovo senso di attaccamento al nostro Tricolore e al nostro Inno, un rinvigorito rispetto per i valori fondamentali del Risorgimento e della Repubblica. Per ricollegarci alla commemorazione odierna, ho il piacere oggi, nonché l’onore, di condividere con tutti voi una riflessione in particolare del Presidente della Repubblica, quella secondo cui nell’età dell’Assemblea Costituente, ossia negli anni decisivi della ricostruzione su basi repubblicane e democratiche dello Stato unitario, e quindi negli anni immediatamente successivi alla Liberazione, venne recuperata e portata a nuova fioritura l’eredità del Risorgimento, eredità che si era affievolita, se non addirittura dissolta, nelle cupe e tristi vicende della prima metà del Novecento, caratterizzata dalle due guerre mondiali e dalle avventure totalitarie.

Ha sottolineato Albore Mascia:

In effetti, la conclusione dell’epoca dei conflitti mondiali, favorì nel nostro paese la riscoperta di quell’identificarsi dell’idea di ‘Nazione’ con l’idea di ‘Libertà’ che aveva animato i moti risorgimentali spingendo i nostri compatrioti all’impresa unitaria. Quell’idea di nazione, di senso di patria, sui quali nella prima metà del Novecento gli italiani si erano divisi ideologicamente e politicamente, divennero nuovamente elementi unificanti del paese piegato dalle esperienze belliche, creando le basi e il fertile humus su cui innestare l’elaborazione della Carta Costituzionale. Ritornarono alla ribalta , e vennero quindi sanciti e sacralizzati nella Costituzione repubblicana, quei valori di Libertà, quale espressione del desiderio individuale e collettivo di riscatto, di unione tra cittadini di uno Stato pronto a ripartire su nuove basi giuridiche, politiche e morali; di Patria, intesa sia come territorio sul quale e per il quale combattere, sia come obiettivo ideale per il quale sacrificare la propria vita; di Nazione, come invalicabile vincolo che troverà, poi, il proprio richiamo costituzionale nei principi di ‘unità e indivisibilità’ della Repubblica; e di Democrazia, come comunione dei cittadini in uno Stato unitario, come abolizione di ingiustizie e privilegi, come espressione di uno Stato che riconosce a ciascuno i propri valori e crea le condizioni per esaltarli e svilupparli. Ritengo che oggi, anche alla luce del rinnovato vigore che ci deriva dalle celebrazioni del 150° Anniversario, siano probabilmente maturi i tempi e le condizioni per cercare di ritrovarci tutti, al di là delle differenze ideologiche e di vecchie e laceranti divisioni, nel riconoscere il profondo significato della Festività del 25 aprile, come momento di recupero dell’indipendenza e della dignità della Patria italiana. Come tappa fondamentale di avvicinamento alla creazione della nostra Repubblica, nella quale oggi operiamo come rappresentanti delle Istituzioni, in ogni area geografica e sotto ogni schieramento politico, per perseguire, con tenacia e spirito di sacrificio, il miglioramento e lo sviluppo del nostro Paese e delle Comunità locali, che ci hanno scelti proprio per il conseguimento di questi obiettivi.

Desidero concludere le mie riflessioni con l’auspicio che l’anniversario della riconquista della Libertà del nostro popolo sia l’occasione non solo per riflettere sul passato, ma anche per riflettere sul presente e sul futuro del nostro Paese, ‘liberando’, è proprio il caso di dirlo, la Festa del 25 aprile dalle logiche di contrapposizione e di divisione e restituendo ai nostri giovani una celebrazione che rappresenti un inno alla Libertà e alla Democrazia, un bagaglio di valori e di principi condivisi che li guidi nel loro cammino di impegno per la crescita e lo sviluppo della nostra amata Italia.

Al termine della cerimonia il sindaco Albore Mascia si è recato a salutare i rappresentanti dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia presenti in piazza, tra i quali c’erano anche il capogruppo di Rifondazione comunista Maurizio Acerbo ed Enzo Fimiani, Direttore della Biblioteca provinciale, e che, al termine del discorso del sindaco, hanno intonato ‘O Bella ciao’.

Ha detto loro il sindaco:

rivesto la carica di sindaco di tutta la città  e in quanto tale ho rivolto al territorio un discorso istituzionale, parlando di unità del paese, dei valori del Risorgimento, delle parole rivolte alla nazione dal nostro Presidente della Repubblica Napolitano, sottolineando i valori del 25 aprile, ossia l’unità del paese, la libertà, la democrazia, lo sviluppo di un paese in cui è necessario iniziare a superare gli steccati ideologici e ad abbassare i toni dello scontro politico.
Non ho pronunciato un discorso teso a ‘dividere’ in fazioni la città, ma piuttosto a unire, un discorso di pacificazione che evidentemente continua a scontrarsi con posizioni pregiudiziali. In piazza, stamane, c’erano ragazzini di dieci anni ai quali non possiamo e non dobbiamo inculcare odio, ma ai quali piuttosto dobbiamo insegnare i principi dell’amicizia, della fratellanza, della solidarietà e dell’unità del paese.

Celebrazione del 25 aprile a Pescara ultima modifica: 2011-04-26T01:08:32+00:00 da Gulizia Leonello
Pubblicato da
Gulizia Leonello

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