“La cultura della legalità – ha sottolineato la dirigente Di Pietro – è il grande obiettivo formativo cui la scuola tende ogni giorno, è importante dare ai nostri ragazzi il senso dei grandi valori e delle grandi opzioni di fondo. E siamo consapevoli che per raggiungere il nostro obiettivo sono necessarie la testimonianza e la memoria. La legalità non può ridursi solo a una parola retorica o teorica, ma dobbiamo far parlare i nostri ragazzi con i protagonisti della lotta alla criminalità, ovvero con i testimoni della legalità.
E poi la memoria: i nostri studenti sono giovani che ventisei anni fa, anno della strage di Capaci prima e di via D’Amelio poi, non erano neanche nati, ma oggi devono poter conoscere persone come Emanuele Schifani, figlio dell’agente di scorta Vito Schifani, e Tina Montinaro, moglie dell’agente di scorta Antonio Montinaro, affinchè siano consapevoli della realtà e siano curiosi di conoscere ciò che oggi fa parte della storia del nostro Paese.
Testimonianza e memoria sono importanti perché significano impegno: oggi, di fronte alla teca che custodisce i resti accartocciati della macchina della scorta del giudice Falcone, i nostri studenti sono chiamati a fare una scelta di valore e di vita. E in questo senso il nostro lavoro di formatori è ancor più straordinario, perché abbiamo il dovere di educare i ragazzi affinchè siano cittadini di un mondo integro. A tutti gli studenti rivolgo l’appello affinchè diventino, essi stessi, testimoni di legalità oggi e nel proprio futuro”.
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