Agosto, 2020

06ago19:3023:59Festival del maiale nero d'Abruzzo da Creacibo Gourmet a Corropoli

Quando

(Giovedì) 19:30 - 23:59

Dove

CreaCibo Osteria Gourmet

Viale Adriatico, 125, 64013 Corropoli TE

Informazioni sull'evento

Creacibo Osteria Gourmet a Corropoli organizza per le serate del 6. 7 e 8 agosto la prima edizione del Festival del maiale nero d'Abruzzo. Tre serate in cui, a partire dalle ore 19.30, si potranno degustare: pasta alla pecorara con maiale nero d'Abruzzo, hamburger di maiale nero d'Abruzzo con patate, panino con salsiccia di maiale nero d'Abruzzo, costatelle di maiale nero d'Abruzzo con patate, panino con porchetta di maiale nero d'Abruzzo.

Possibilità anche di asporto.

Per informazioni e prenotazioni si invita a contattare il numero 3405589175

 "Recuperare l’identità territoriale significa allevare il Maiale Nero d’Abruzzo, animale presente sul territorio italico sin dai tempi dei romani, più datato rispetto al maiale bianco, icona dell’immaginario collettivo. Il colore originario dei suini in Italia era caratterizzato da tonalità scure che andavano dal nero al grigio ardesia pur con alcune distinzioni maturate nei differenti territori di stabilizzazione: alcuni erano dotati di zanne, altri erano cintati, altri macchiati o privi di setole. Con molta probabilità furono importati dai romani in seguito alle conquiste dei territori orientali e poi insediatisi stabilmente su tutto il territorio italico. Il maiale nero è un animale originario della Campania, come testimoniano fonti risalenti al periodo romano e al Regno di Napoli, avallate dal ritrovamento di affreschi rinvenuti presso gli scavi di Pompei ed Ercolano. Numerose documentazioni giungono anche dal mondo letterario e svelano la sua presenza in Abruzzo fino alla metà del secolo scorso: è descritto da Mantovani nella “Nuova Enciclopedia italiana” (1926), citato da D’Annunzio in “Terra Vergine” e immortalato in una foto da Basilio Cascella all’inizio del XX secolo. Il maiale nero è stato il baluardo dell’allevamento tradizionale e locale fino agli anni ’60 quando, con l’avanzamento della suinicoltura intensiva, si è deciso di prediligere il maiale bianco, proveniente dal centro e nord Europa. Adatto a vivere in spazi ristretti e più incline all’allevamento in batteria, il maiale bianco ha inoltre carni più magre, come richiesto dal mercato, una crescita più veloce e un’alimentazione più economica. Con l’abbandono della transumanza e dei tratturi, dopo anni difficili in cui il Maiale nero è stato un bene per pochi, destinato all’estinzione e non adatto ad una produttività industriale, oggi torna forte e gentile come un tempo, come la terra che abita, allevato con metodi innovativi che permettono di ritrovare la rusticità di un tempo, di esaltare le caratteristiche organolettiche che lo contraddistinguono e migliorare la qualità delle carni".