I dipendenti della CCIAA di Pescara, riunitisi in assemblea, proclamano lo stato di agitazione
PESCARA – Il “Riordino delle Camere di Commercio”, come da prossimo D.Lgs. attuativo della Delega contenuta nella L. 124/15 (c.d. riforma Madia), prevede una drastica riduzione degli enti camerali, da 105 a 60, con l’eliminazione della quasi totalità delle loro funzioni e conseguente riduzione del personale del 25%, mettendo così in serio pericolo la tenuta occupazionale ed i servizi alle imprese.
I dipendenti della Camere di Commercio di Pescara manifestano la propria indignazione per:
la volontaria e progressiva distruzione del “sistema camerale”, considerato, per efficienza e professionalità, una delle eccellenze della Pubblica Amministrazione italiana;
la drastica riduzione di risorse a favore delle imprese e dell’economia del territorio in cambio di un irrisorio risparmio medio del diritto camerale versato dalle aziende;
l’assurdo spreco di competenze e capacità operative cui la riforma è finalizzata.
I lavoratori esprimono, quindi, grande preoccupazione per il mantenimento dei livelli occupazionali e non comprendono il motivo per cui si vogliono smantellare proprio le Camere di Commercio che non pesano in alcun modo sul bilancio dello Stato. Qualsiasi riforma che si rispetti dovrebbe migliorare e non distruggere quello che c’è di buono.
Le Organizzazioni sindacali, a livello nazionale ed unitariamente, inoltre, hanno chiesto esplicitamente di “dare corso al riordino garantendo la salvaguardia dei livelli occupazionali secondo quanto disposto dalla legge delega” e che ”in mancanza di una norma di garanzia dei posti di lavoro il decreto risulterebbe viziato da eccesso di delega e quindi illegittimo”.
Per tutte queste ragioni i dipendenti della CCIAA di Pescara, riunitisi in assemblea, proclamano lo stato di agitazione.