Lo ha detto il capogruppo comunale del Pdl Lorenzo Sospiri in risposta ai dubbi sulla speculazione edilizia , circolati nei giorni scorsi, sulla suddetta area strategica di Pescara
PESCARA – Il capogruppo comunale del Pdl Lorenzo Sospiri,ieri, nel corso della conferenza stampa convocata in Comune per parlare del progetto Jessica alla presenza, tra gli altri, dell’assessore allo Sviluppo del Territorio Marcello Antonelli, del consigliere comunale Armando Foschi e del consigliere della Circoscrizione Castellamare Benedetto Gasbarro, ha replicato alle critiche mosse dall’opposizione sul futuro e sulla destinazione delle aree di risulta.Sospiri ha ribadito che con il progetto Jessica non si cementifica nulla, ma piuttosto si metterà a disposizione dell’amministrazione comunale e dell’intera città uno studio utile a capire ciò che serve realmente sulle aree di risulta dell’ex stazione ferroviaria, verificandone già la fattibilità e la sostenibilità. Una volta concluso quello studio si aprirà il dibattito in Consiglio comunale partendo da uno strumento concreto che non intende mutare la destinazione urbanistica delle aree, ma piuttosto aiuterà a sollevare il velo di ipocrisia amministrativa che sino a oggi ha determinato il fallimento di qualsiasi progetto sui 13 ettari delle ex Ferrovie.
Ha detto ancora Sospiri:
partiamo dalla prima critica mossa dal Pd nei giorni scorsi, ossia che il Comune di Pescara è fermo sulle grandi questioni regionali, come l’ex Cofa, la sede della Regione Abruzzo e le aree di risulta. Ma proprio sulle aree di risulta si tratterebbe di un fermo strategico perché l’attuale amministrazione starebbe aspettando, secondo il Pd, la scadenza del vincolo posto al momento dell’acquisto delle superfici da Metropolis e che sino a oggi ha impedito qualunque costruzione sui 13 ettari, scadenza fissata al 23 luglio 2011 che determinerà una possibilità edificatoria nell’area grazie a Jessica.
In realtà il nome Jessica è la sigla di Joint European Support for Sustainable Investment in City Areas, e in sostanza è una valutazione, uno studio che la Banca Europea degli Investimenti, la Bei, fa su come realizzare grandi infrastrutture. La Regione Abruzzo ha aperto la possibilità di accedere a Jessica ai quattro capoluoghi di provincia, ognuno dei quali ha prodotto un’opera da far valutare dal punto di vista economico e per Pescara abbiamo proposto di darci un supporto sulla grande partita che abbiamo sulle aree di risulta e su cui tutte le amministrazioni hanno sino a oggi fallito, tranne quella di Carlo Pace che quelle aree le ha acquistate.
Oggi Jessica sta effettuando la propria valutazione sulla base delle nostre previsioni del Piano regolatore attuale, ossia la realizzazione di un parco attrezzato su 36mila 300 metri quadrati, una piazza e percorsi per 19mila metri quadrati, 13mila 714 metri quadrati per la viabilità, 30 stalli per il terminal bus, parcheggi auto per 1.650 posti divisi in tre posteggi interrati, oltre alla realizzazione del teatro, che sarà a carico della Fondazione PescarAbruzzo, e la struttura della Biblioteca-Mediateca. Questo è ciò che Jessica sta valutando, ossia ciò che il Consiglio comunale ha già previsto di realizzare nel Piano regolatore e su tali previsioni dovrà dare un giudizio di sostenibilità economica, parlando di un investimento di circa 110milioni di euro.
Non comprendiamo dunque dove il Pd abbia letto o desunto una volontà edificatoria del centro-destra sulle aree di risulta. Il centro-destra non ha alcuna volontà edificatoria, ma piuttosto bene ha fatto la Regione a chiedere a un ente terzo, la Bei, di riconosciuta serietà, di farci una valutazione trasparente della sostenibilità economica di tale proposta. Dunque non stiamo cementificando nulla, anzi per primo il centro-destra denunciò, a suo tempo, che dare le aree di risulta in mano a un imprenditore privato sarebbe stato un errore strategico. Jessica ci dirà semplicemente se le attuali costruzioni inserite nelle previsioni del Prg ci porteranno a fare qualcosa o meno dopo quindici anni e per come la vediamo noi e la Bei in realtà sembra difficile trovare un pool di imprese interessate oggi a investire soldi che rientreranno tra trent’anni.
La seconda critica del Pd, come ha ricordato il capogruppo Sospiri, è che nel contenitore economico del progetto Jessica è prevista la partecipazione di una parte di finanza pubblica, ossia la linea dei finanziamenti Por-Fesr, fondi che Pescara però non ha più perché è stata brava negli anni passati a impiegare velocemente quelle risorse europee: in particolare con i fondi Por andremo a realizzare il nuovo Ponte Camuzzi e un ampio tratto della strada-pendolo, dunque non abbiamo quel fondo non perché abbiamo perso le somme, ma perché le abbiamo già spese, circa 8 milioni di euro. In realtà il fondo originario era pari a 9milioni e mezzo, ma c’è una parte che è stata sospesa perché il Presidente della Regione Chiodi ha chiesto alle città di fermare la spesa per affrontare l’emergenza terremoto. Quella somma però non è stata persa, c’è la possibilità di recuperarla, dandoci dunque la disponibilità di 1milione e mezzo di premialità fondi Por. Poi potremmo recuperare i fondi Fas se il Governo li assegnerà a tutte le regioni, disponendo dunque del fondo pubblico richiesto da Jessica.
La realtà è che il governo di centro-destra ha scelto un metodo diverso rispetto a quello visto sino a oggi: prima la politica andava in Consiglio comunale, si proponevano tante belle idee, poi si faceva un bando al quale non rispondeva nessuno perché non si reggeva sotto il profilo economico e a quel punto la politica rincorreva qualche imprenditore cominciando a modificare i termini del progetto originario. Noi abbiamo invece scelto il conforto prioritario di uno studio di fattibilità serio e su quella base apriremo il dibattito in Consiglio comunale, partendo dal presupposto di ciò che si può fare tenendo conto della bancabilità dei progetti, dell’interesse privato che non dev’essere superiore a quello pubblico, ma dev’esserci, e della fattibilità della proposta. La città non può più fallire sulle aree di risulta”.
Ha proseguito Antonelli:
noi abbiamo avuto a disposizione un’autorevole banca che si avvale di una società ottima, la Sinloc che fa ingegneria finanziaria, abbiamo commissionato il nostro studio, e ora vedremo le risultanze che poi giudicheremo con la città per interrogarci su ciò che si può fare su quei 13 ettari e mezzo delle aree di risulta.
Tale studio significa mantenere i piedi per terra; non abbiamo la presunzione di essere depositari della verità, ma se lo studio ci dirà che nel piano di sviluppo delle aree di risulta non c’è sostenibilità finanziaria se si regge solo sui parcheggi interrati e che per ammortizzare l’investimento dovremmo fare i silos, ritengo che non sarebbe la soluzione più bella. Il nostro appello alle forze di opposizione è dunque quello di approcciarsi al tema con onestà intellettuale e il capogruppo del Pd Di Pietrantonio, in privato, ha già detto di essere disponibile al confronto. Una volta ottenuto lo studio della Bei andremo in Consiglio comunale per aprire un dibattito serio e parlare con le carte alla mano.
Ha aggiunto ancora Sospiri:
la terza critica del Pd potrebbe essere perché facciamo tale valutazione se già sappiamo di non disporre dei fondi Por-Fesr: la facciamo perché Jessica fa uno studio di fattibilità a costo zero per l’amministrazione, uno studio che il precedente governo di centro-sinistra fece invece pagare alla Caripe; poi perché se arriveranno i fondi Fas, noi avremo già pronto lo studio; infine perché è uno strumento utile per aprire una riflessione sulla fattibilità e sostenibilità del progetto di riqualificazione delle aree di risulta, ricordando che comunque per decidere il futuro di quelle superfici non si può prescindere dal Consiglio comunale”.