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Vivere da studenti al tempo del Coronavirus, progetto scolastico del Liceo Mibe

da Redazione

liceo mibe pescara

Parte la prima azione del progetto “Lib[E]ri in Città”, un progetto innovativo del Liceo MIBE in collaborazione con università, scuole e associazioni del terzo settore per le periferie di Pescara di Marina Desiderio

PESCARA – Vivere in città al tempo del Coronavirus, e in particolare all’interno delle periferie: questo è uno dei temi del progetto “Lib[E]ri in Città”, nato dalla collaborazione  del Liceo Mibe, nella figura della preside Raffaella Cocco, con il prof. Piero Rovigatti,  professore di Urbanistica del dipartimento di Architettura Università d’Annunzio e coordinatore scientifico di progetto INsegnalibro, il progetto di rigenerazione a base culturale che la Biblioteca Regionale di Giampaolo ha avviato assieme ad una vasta rete di associazioni del terzo e di istituti scolastici all’interno del programma nazionale “Biblioteche Case di Quartiere”, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del MIBACT, indirizzato a promuovere un nuovo ruolo delle biblioteche pubbliche all’interno dei “quartieri prioritari e complessi” delle città capoluogo italiane.Un progetto, portato avanti dai docenti del Liceo Donatella Nubile in qualità di referente, Giuseppina De Giovanni, Anna Rita Colombaro, Manuela Fusilli e Emiliano Faraone, e che si rivela essere assai ambizioso anche pela prontezza di modificarsi strada facendo, in relazione all’emergenza e alla fase di lockdown da COVID 19 che tutto il Paese sta vivendo.

All’inizio, infatti, in questo progetto c’era l’idea di avviare un lavoro di consapevolezza e di cittadinanza attiva sulla propria città da parte dei ragazzi del Liceo Mibe che avevano aderito al questo lavoro, osservando i punti di forza e quelli di debolezza dell’ambiente cittadino, e in particolare delle sue periferie, a cui in progetto è indirizzato, con l’intento di trovare un sistema per superarne le criticità, promovendo le pratiche culturali e in particolare la lettura, come strumento di mitigazione delle disuguaglianze e delle condizioni di esclusione sociale che spesso caratterizza la condizione di vita dell’infanzia e dell’adolescenza in tali contesti. Un miglioramento che può avvenire, quindi, anche con l’aiuto dei libri, e attraverso la scoperta e la promozione delle biblioteche pubbliche, come la Biblioteca Regionale Di Giampaolo, posta proprio all’ingresso dei quartieri simbolo della marginalità urbana della città, Rancitelli, perché i ragazzi sanno bene che i libri, con tutto il mondo che vi è dentro, possono rendere la vita migliore.

Ma poi è arrivato il Corona Virus e tutto si è modificato: la didattica è diventata on line e la città è diventata deserta. Allora si è sentita l’esigenza di prendere consapevolezza delle proprie emozioni, paure, del nuovo modo di vivere nell’ambiente che circonda i ragazzi, un ambiente che si circoscrive nella propria casa, nel paesaggio che si affaccia dal balcone, e la città da migliorare diventa una città da sognare.

In attesa, quindi, di “riaprire” una città oggi richiusa in se stessa, con le sue biblioteche alla portata dei ragazzi che vivono in ambienti critici, il progetto avvia le sue prime azioni in forma immateriale – con la fiducia di riprendere, quanto prima, il suo programma di azioni dirette, di partecipazione e attivismo civico nel quartiere e tra i suoi abitanti – riflettendo sulla città attuale, e la condizione di città e di cittadinanza nella città virtuale che i ragazzi stanno vivendo in questi giorni, sognando da casa propria, con spazi che sarebbe bello vivere se non ci fosse un’emergenza che impone di stare a casa, ma che si possono visitare, e anche sognare, con un click.

Un modo, anche questo, per stare vicino, da parte della scuola, ai propri alunni, per far sì che anche da una emergenza, come quella che si sta vivendo, possa nascere un mondo migliore, un mondo che prima si sogna e poi, magari, si realizza.

Per quanto riguarda il progetto generale, di cui “Lib[E]ri in Città” è parte integrante, è doveroso precisare che “INsegnalibro” si occupa di rigenerazione urbana a base culturale, nato all’interno del progetto Biblioteca Casa di Quartiere, nel programma nazionale Cultura Futuro Urbano , promosso dal MIBACT, Direzione Generale Creatività contemporanea e Rigenerazione urbana, che agisce all’interno dei quartieri prioritari e complessi della periferia di Pescara.
Tutto questo parte dall’idea di base che sia necessario e utile superare le attuali retoriche del degrado e dell’insicurezza urbana – le narrazioni prevalenti operate dai media, e da gran parte delle istituzioni locali, nei confronti di contesti urbani caratterizzati da elevati gradi di esclusione sociale e di disuguaglianza, ma anche di innovazione e sperimentazione sociale – favorendo un moto di solidarietà sussidiaria, da parte dell’intera città di Pescara, verso le sue periferie.

L’impegno è quello di agire attraverso azioni immediate e semplici, ma efficaci, indirizzate principalmente all’infanzia e all’adolescenza, che abitano questi quartieri, puntando a difenderne i diritti di base, come l’accesso all’istruzione e al gioco, ai servizi e ai beni comuni urbani, in quanto condizioni di benessere e di riscatto sociale e critica attiva delle disuguaglianze.

INsegnalibro è dunque un progetto di indagine, scoperta, riconoscimento urbano, e di racconto, riattivazione e potenziamento e messa in rete dei luoghi della condivisione culturale e della rinascita dei quartieri di Rancitelli, Villa del Fuoco, Fontanelle e San Donato a Pescara, che si realizza da gennaio a maggio 2020, e che parte dall’ipotesi di base del programma MIBACT, “cultura che genera bellezza, e rigenera luoghi e relazioni sociali”, provando a darne attuazione attraverso un programma variegato e complesso di azioni, materiali e immateriali, che coinvolge una vasta area di associazioni, scuole, istituzioni culturali e accademiche, semplici cittadini, sviluppando una rete già da tempo attiva nei quartieri (Tavolo della Ludoteca Thomas Dezi di Rancitelli), a cui aderisce fin dalla nascita anche il MIBE, anche in continuità con progetti già prodotti nel recente passato, e con quelli che si annunciano per l’immediato futuro, indirizzati al fine comune delle rigenerazione e della coesione sociale dei quartieri.

É bello, dunque, che la scuola non si sia fermata con le lezioni, ma è ancor più bello che non si sia fermata neanche con i progetti: perché sono sempre loro, i ragazzi, gli indiscussi protagonisti di un mondo migliore.

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