Lo spettacolo, allestito nell’ambito del progetto “L’arte non si ferma”, andrà in scena al Teatro D’Andra il 5 dicembre
PRATOLA PELIGNA – Il Teatro Stabile d’Abruzzo presenta, nell’ambito della stagione teatrale di Pratola Peligna, Teatro D’Andrea, domenica 5 dicembre, ore 18.00, “Non ditelo alle stelle” testo e regia Federica Vicino, scenografia e videoinstallazioni Emanuele Dragone, assistente alla regia Jamal Mouawad, musiche originali Angelo Valori, con Pascal Di Felice, Riccardo Pellegrini, Enrico Valori e Lorenzo Valori.
Lo spettacolo è stato allestito nell’ambito del progetto “L’arte non si ferma”, fortemente voluto dal direttore artistico Giorgio Pasotti ed è una produzione del TSA in collaborazione con New Sounds and beyond e Officine Solidali Teatro.
Ispirato a una storia vera, è un allestimento di teatro civile che parla di guerra e di emigrazione. Durante la Seconda Guerra Mondiale, i paesi di entrambi gli schieramenti applicarono l’internamento dei cittadini originari dei paesi nemici per timore dello spionaggio. Prima della guerra, l’Arandora Star era stata una nave da crociera. Nel 1940 fu riconvertita dal governo inglese in nave cargo e adibita al trasporto di prigionieri.
Il primo luglio di quell’anno, sull’Arandora Star furono imbarcati 1500 uomini: si trattava solo in parte di prigionieri di guerra (in tutto 86); i più erano emigranti italiani di prima e seconda generazione. Accusati (pretestuosamente) di essere spie – reali o potenziali – del fascismo, a questi uomini venne riservato un trattamento terribile: vennero loro negati i diritti civili e politici, a molti vennero confiscate le proprietà; ai familiari non furono date informazioni di alcun genere nè sul motivo dell’arresto nè su dove sarebbero stati deportati i loro cari.
Il 1º luglio 1940, l’Arandora Star, stracarica di internati, ammassati nelle cabine trasformate in celle, e nella stiva, salpò dal porto di Liverpool.
Il 2 luglio 1940, a largo della costa nord-ovest dell’Irlanda, fu centrata da un siluro sparato dall’U-Boat U47 e affondò in trentacinque minuti. Persero la vita più di ottocento persone, 446 delle quali erano italiane.