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Crepet incanta il pubblico de L’Aquila parlando del rapporto tra genitori e figli

da Marina Denegri

La riflessione critica del Professore sugli attuali metodi di educazione dei giovani ha toccato sia l’ambiente familiare sia quello scolastico

La riflessione critica del Professore sugli attuali metodi di educazione dei giovani ha toccato l’ambiente familiare e quello scolastico

L’AQUILA – Grande affluenza di pubblico ieri pomeriggio all’auditorium del Parco per l’incontro dal titolo I Giovani: tra genitorialità e prospettive future” con il Prof. Paolo Crepet.

Presenti alla conferenza il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi, che ha messo in risalto l’importanza di avere fiducia nel futuro del Paese, promuovendo il sostegno alle famiglie per incentivare le nascite e per offrire una guida ai giovani contro le devianze; il vice presidente del consiglio regionale Roberto Santangelo, che ha posto l’attenzione sul ruolo della famiglia nella trasmissione dei valori alle nuove generazioni; l’assessore comunale alle politiche sociali, Manuela Tursini, che ha richiamato alla memoria l’esperienza del sisma del 2009 e le sue conseguenze psicologiche che si sono inevitabilmente riversate sulle famiglie aquilane; l’assessore comunale alle politiche giovanili, Ersilia Lancia, che ha ricordato la sinergia delle istituzioni nel voler costruire un’intera comunità educante al servizio di bambini e ragazzi. Ha moderato l’incontro la giornalista ed editrice Alessandra Prospero.

Il Prof. Crepet, in un monologo connotato da un’ironia dissacrante, ha affrontato il tema del rapporto tra genitori e figli richiamando i metodi delle generazioni precedenti per fare un parallelismo con il mondo di oggi e i suoi paradossi. La riflessione critica sugli attuali metodi di educazione dei giovani ha toccato non solo l’ambiente familiare, ma anche quello scolastico. La famiglia e la scuola, infatti, vengono messi da Crepet in primo piano nel percorso educativo, considerandole guide essenziali per la maturazione dell’individuo.

I genitori accompagnano i propri figli ovunque, a scuola e ai concerti ad esempio, facilitano loro la vita cercando di proteggerli da qualsiasi rischio. E’ proprio questo che li mette più in pericolo invece, perché se tutto è servito non c’è bisogno di impegnarsi per ottenere ciò che si desidera e viene anche a mancare quel senso di soddisfazione nell’aver conquistato il proprio obiettivo. La vita è di per sé un rischio – continua Crepetnon possiamo pensare che non debba esistere alcun tipo di preoccupazione. La stessa ansia è importante nella vita, perché altrimenti sarebbe disinteresse.”

I social, secondo l’educatore, sembrano aver sostituito il ruolo della scuola e gli influencer quello degli insegnanti perché i giovani cercano modelli da emulare e guide che indichino loro una strada da percorrere, la scuola dovrebbe riappropriarsi della sua funzione principale di insegnare a pensare con la propria testa:

“La scuola ha un ruolo formativo essenziale, attraverso i voti si dovrebbero stimolare gli studenti a migliorare e trovare la propria strada. Eppure al giorno d’oggi non si bocciano più gli alunni, per evitare che si generi il disagio psicologico dovuto al fallimento, ma come possiamo pensare di aiutare i ragazzi e le ragazze se li lasciamo ignoranti?”

Poi Crepet ricorda il valore della meritocrazia:

Di recente, in un acceso dibattito, la meritocrazia è stata considerata quasi in senso negativo. Riflettiamo: questo bellissimo Auditorium del Parco è stato progettato da una persona mediocre? Sicuramente no. Allora perché insegnare a conquistare la mediocrità? Che vantaggio avremmo con una società di mediocri?”

Lo psichiatra, richiamando il suo ultimo libro “Prendetevi la luna” edito da Mondadori, invita a stimolare i giovani ad essere portatori di nuove idee, a lasciarli sbagliare, a non inseguire un’effimera idea di normalità.

“Cosa potremmo definire normale? Sarebbe tutto banale se fosse tutto normale – afferma Crepet e poi rivolgendosi ai genitori conclude – Siete istruttori di volo. Lasciate che i vostri figli spicchino il volo”.

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