Prostitute nigeriane prigioniere con riti voodoo e torture
PESCARA – La Squadra Mobile di Pescara sta eseguendo 6 misure cautelari nei confronti dei componenti di una banda di nigeriani accusati di riduzione in schiavitù finalizzata allo sfruttamento della prostituzione e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Le indagini partite l’anno scorso sotto il coordinamento della Procura Distrettuale di L’Aquila, sono durate diversi mesi e si sono basate sia sulle dichiarazioni di alcune delle ragazze sfruttate, sia su numerose intercettazioni e servizi di controllo e pedinamento. All’alba di ieri mattina è giunta alla fase finale un’importante operazione di polizia contro lo sfruttamento della prostituzione condotta dalla Squadra Mobile di Pescara sotto la direzione della Procura Distrettuale (P.M. dott.ssa Antonietta Picardi) e coordinata dal Servizio Centrale Operativo di Roma.
Un’indagine che ha portato il GIP del Tribunale di L’Aquila Dott. Giuseppe Romano Gargarella, ad emettere 6 misure cautelari applicative della custodia cautelare in carcere. I provvedimenti sono tuttora in corso di esecuzione, con l’impiego di circa 50 agenti delle Questure di Pescara e Bari, del Reparto Prevenzione Crimine di Pescara e del Reparto Mobile di Senigallia. Erano sottoposte anche a riti Voodoo le donne nigeriane fatte venire in Italia, perchè si prostituissero, dall’organizzazione sgominata dalla polizia a Pescara. I riti venivano esercitati al momento del reclutamento, secondo quanto accertato dalla Squadra Mobile per ottenere l’omertà delle vittime. In questo modo i trafficanti e le ‘madame’ si preservavano da eventuali denunce ed insolvenze per il debito che le ragazze avevano nei loro confronti per le spese sostenute dall’organizzazione. Le “schiave” erano anche sottoposte a violenze fisiche e pressioni psicologiche ed erano minacciate di gravi ritorsioni su di loro e sui loro famigliari.