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Le gioie e dolori di Benigni a L’Aquila

da Annarita Ferri

L’AQUILA –  Ieri 16 agosto il comico italiano Roberto Benigni ha fatto visita nel capoluogo portando momenti di gioia e anche di riflessione tra le persone colpite dal sisma. La visita è iniziata, in tarda mattinata, al campo tre di Paganica, dove il maestro si è messo a scherzare con la gente sotto il tendone allestito dalla Protezione civile di Trento.

Ha esordito con una battuta riferita alla sua visita e a quella del giorno precedente del premier e dell’attore-regista Carlo Verdone:

Ieri è venuto Berlusconi, ma non mi hanno avvertito. Se venivo anch’io, c’era un altro terremoto, si verificavano delle scosse veramente… avremmo fatto Verdone, Berlusconi e Benigni: i tre più grandi comici italiani all’Aquila

donando subito momenti di allegria ai terremotati che lo hanno accolto con affetto. Il comico ha anche pranzato con loro nella tendopoli servendo lui stesso alcuni pasti. Benigni, accompagnato dal capo della protezione civile Bertolaso e dal capo di Gabinetto del ministero dei Beni Culturali Nastasi, ha fatto un veloce giro anche al centro storico del capoluogo e poi ad Onna dove il sisma ha recato maggiori danni.

In questi luoghi il premio Oscar italiano,visibilmente provato, non è riuscito a scherzare e ha lasciato un messaggio di speranza agli abitanti:

Controlleremo che le promesse vengano mantenute: se le cose non accadono, urlate e chiedete, non vi zittite mai.

Ad Onna lo ha accolto anche Giustino Parisse, il vice caporedattore del Centro che nel terremoto ha perso due figli e il padre. Con il giornalista, Benigni ha fatto una breve sosta davanti all’ albero della memoria:un robusto acero sotto il quale sono stati seppellite le quaranta vittime di Onna.

Di fronte a questi scenari sempre con tono serio il comico ha commentato:

I comici devono far ridere, i politici devono fare i fatti. A loro i fatti e a noi le parole, ma talvolta una parola aiuta più di mille cose vere

e sempre rivolgendosi agli aquilani e ai suoi accompagnatori ha continuato:’

Grazie per la gioia che mi avete dato e per la possibilità di passare attraverso questa morsa di dolore. La scoperta più grande della vita è capire che il dolore può essere trasformato in gioia: dobbiamo riuscire a portare il dolore sulle spalle con gioia

Lasciata Onna, Benigni si è diretto nella scuola della Guardia di finanza di Coppito dove è stato accolto da più di mille persone, mentre altre ottocento lo seguivano su un maxischermo nella palestra adiacente.

Qui ha ritrovato la sua verve: è entrato nell’Auditiorium saltellando sulle poltrone della prima fila e lanciando fiori al pubblico:

Mi verrebbe voglia di saltarvi addosso di prendere il primo che capita e baciarlo sulla bocca. Anche le pietre di questa città bacerei

Poi ha continuato con l’immancabile battuta sul premier Berlusconi:

E’ come l’Italia: giusto o no che sia, è il mio Paese. Sbagliato o sbagliato che sia, è il mio presidente. Ma non vi preoccupate, perché manterrà le promesse: io e Bertolaso siamo andati a trovarlo, vestiti di nero e con poco trucco, come piace a lui, e glielo abbiamo raccomandato

Infine Benigni ha terminato il su show recitando il monologo di Ulisse,tratto dal XXVI canto dell’Inferno della Divina Commedia e in ultima battuta, l’attore ha citato l’ultimo verso del Purgatorio di Dante, quello che precede al Paradiso:

Spero di tornare quando la ricostruzione sarà avvenuta, per gioire con voi e andare tutti insieme a riveder le stelle!

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