TERAMO – “Oggi, 23 maggio, è il giorno in cui il nostro Paese, ricorda, con dolore e sofferenza, le due stragi di mafia, l’una a Capaci, l’altra in via D’Amelio, tornando ad affermare la scelta di essere una Nazione che vive per la Legalità e la Giustizia. È assolutamente doveroso ricondurre la nostra memoria a tali accadimenti; diventa un impegno morale che ciascuno deve assolvere affinché si rivendichi la verità e vi sia giustizia, così come avrebbero continuato a fare i magistrati Falcone e Borsellino.
Sta a noi, oggi, educare ed educarci alla legalità per proiettarci verso ciò che è puro, ciò che è bello, rifiutando atteggiamenti non trasparenti, consapevoli che la legalità rappresenti il pilastro che regge la società nella sua accezione più completa. Sta a noi, oggi, orientarci ed inseguire sempre la giustizia intesa come la restituzione a chi è stato privato di qualcosa che è suo, tale da garantire uguaglianza e libertà, favorendo l’inclusione, nonché l’assunzione di responsabilità di ciascuno rispetto alla tutela dei diritti di tutti.
La giustizia supera la legalità, poiché conduce verso il cambio di un atteggiamento omertoso, proprio della cultura mafiosa che riesce a nascondersi, a celarsi all’interno di realtà civili ed istituzionali dove può operare, tesa al controllo della libertà di tutti, posizionandosi in ogni dove.
La cultura mafiosa va respinta, contrastata e combattuta con la forza della democrazia e della libertà, in quanto organizzazione criminale ramificata che mira a collocarsi laddove vi siano interessi da poter gestire così da giocare con i bisogni dei più deboli rivendicando favori di ogni tipo.
Alla cultura mafiosa si va a contrapporre il nostro agire che persegue il rispetto delle norme da un lato e della libertà dall’altro, che sono modo ed effetto della legalità e ci fanno accogliere l’invito di Papa Francesco che ci esorta con le sue parole cariche di un profondo significato: “Continuate a fare tutto ciò che può rendere più bella e vivibile la nostra ‘casa comune’”; parole che sono non una descrizione o una definizione di un termine suggestivo, ma che si proiettano nella prospettiva che deve dare il senso alla riflessione cui oggi, tutti noi, siamo chiamati.
La ‘casa comune’ ci invita a comprendere che la legalità si debba operare anche nel nostro mondo quotidiano, personale e collettivo, affiancandovi un altro valore fondamentale: la solidarietà che si fonda sulla corresponsabilità delle istituzioni e dei cittadini nella tutela di un altro bene comune, quello della democrazia.
Laddove si affermano e imperano la criminalità organizzata, la corruzione, il vituperio delle regole della convivenza civile, si corrode la democrazia, si consuma la libertà di essere persone e cittadini. La convivenza diventa imperio della prepotenza e il ‘noi’ viene coniugato come mera somma d’individui, invece che insieme delle loro relazioni, sostanza del tessuto sociale dentro il quale ogni individuo, ogni ‘io’, può realizzare la sua dignità ed esprimere la propria libertà.
Le Istituzioni tutte devono procedere sulla strada delineata e loro insegnata da Falcone, Borsellino e da tutte le vittime della criminalità organizzata e della corruzione, divenendo sempre più operose ed attive, consapevoli che ognuno di noi, quotidianamente, può e deve perseguire la giustizia per rendere la propria e quella di tutti una vita che renda la nostra “casa comune” più bella.
Occorre compiere fino in fondo il proprio dovere, qualunque sia il sacrificio da sopportare, costi quel che costi, perché è in ciò che sta l’essenza della dignità umana (Giovanni Falcone)” sono queste alcune riflessioni del Sindaco Gianguido D’Alberto sulla odierna Giornata della Legalità, dallo stesso postate anche sulla propria pagina facebook.