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Dolcenera e Joe Bastianich con la Terza Classe conquista il pubblico del Blubar Summer Festival

da Piero Vittoria

joe bastianich la terza classe con dolcenera

FRANCAVILLA AL MARE – Ieri si è tenuta la terza serata della diciannovesima edizione del Blubar Summer Festival a Francavilla al Mare nella bellissima location del Porto Turistico del Marina di Francavilla. Due generi profondamente diversi a confronto: Dolcenera con il suo live piano e voce ha ammaliato e poi Joe Bastianich con la Terza Classe ha portato il pubblico in un lungo viaggio nella tradizione della musica americana.

Molto affascinante il set di Dolcenera che si conferma artista elegante, grintosa e sopraffina in grado di conquistare una platea solo con il suo pianoforte e la sua bellissima voce … e che voce!

La cantante si trova decisamente a suo agio in questa situazione piano e voce che fa risaltare il suo ruolo di grande interprete in grado di fare dell’improvvisazione un’arma che non tutti possono o sanno usare al meglio e lei di questo è grande maestra.

I primi tre brani riportano al passato di Dolcenera: si parte con “Ora o mai più”, per poi passare a “Mai più noi due” e “Com’è straordinaria la vita”. Dopo quest’ultima la cantante spiega che è voluta partire con il suo live da lontano, precisando che il percorso di una cantautrice, lungo o breve che sia, deve essere ricerca: per lei la musica è un grande parco giochi nel quale immergersi. La sua voglia di ricerca l’ha così portata dagli esordi ad arrivare ad oggi con la scoperta della musica brasiliana in particolare.

Il suo viaggio in Brasile ha fatto venire fuori, come ha continuato a raccontare, le canzoni che hanno dentro le immagini di quei posti, di gente che ha pochissimo o niente, ma che ha una grande voglia di vivere negli occhi.

dolceneraDa qui dunque il desiderio di Dolcenera di far ascoltare al pubblico del Blubar Summer Festival “Un altro giorno sulla terra” e “Più forte”.

A seguire una vera chicca: Dolcenera esegue una canzone che le piace tanto sin da quando era bambina ed è la sua parte rock, “Liberi liberi” di Vasco Rossi, cantata magistralmente con una personalità eccezionale. L’ha fatta sua con il piglio di chi sa decisamente il fatto suo. È stato indubbiamente uno dei momenti migliori dell’intero set.

Prima di “Ci vediamo a casa” Dolcenera ringrazia il Blubar Summer Festival perché a suo giudizio rappresenta un atto di grande coraggio in un momento storico come questo, poi sottolinea la bellezza della location, la cura dei dettagli e il grande amore che c’è dietro l’organizzazione di un festival come questo.

Si torna quindi agli esordi della sua carriera con “Siamo tutti là fuori” con il quale vinse il Festival di Sanremo nella categoria Nuove Proposte nel 2003 ottenendo anche il premio Sala Stampa e Tv.

Essendo vicini al mare Dolcenera canta “Amaremare” e si alza dal suo pianoforte eseguendola sulla base. Il finale è per la celeberrima “Il mio amore unico”, ancora sulla base, che fa cantare veramente tutti. Dolcenera saluta rimarcando che quando è su un palco le piace sperimentare per sorprendere anche se stessa.

È il momento di Joe Bastianich accompagnato da La Terza Classe. Il celeberrimo giudice di MasterChef Italia e personaggio televisivo ha condotto il pubblico in un lungo viaggio nella musica tradizionale americana e non solo, spaziando nel bluegrass, blues, country, rock e tanto altro dando prova di essere un ottimo performer e musicista.

Nota di merito per la band La Terza Classe, con lui sul palco, una vera forza della natura: napoletani, musicisti bravissimi e passionali, hanno saputo negli anni conquistare il pubblico suonando canzoni tradizionali, inedite e moderne ispirate al folk, ma soprattutto al loro grande amore per il bluegrass del Kentacky, genere nel quale danno indubbiamente il loro meglio.

A Joe Bastanich li lega una grande amicizia e complicità e questo si vede sul palco quando si esibiscono insieme. Il concerto si apre con “Wagon wheel” per poi passare a “Jessie James” che racconta di uno strano bandito che ha rapito un treno.

Bella l’esecuzione di “Man of costant” già cantata da George Clooney nel bellissimo film “O Brother, Where Art Thou?” (in italiano “Fratello, dove sei?”) dei fratelli Coen presentato in concorso al Festival di Cannes nel 2003 e la cui colonna sonora ha vinto anche un Grammy Award.

Joe Bastianich racconta poi del suo feeling con la città di Pescara alla quale è molto legato per aver più volte partecipato alle gare di triathlon che vi si sono svolte negli scorsi anni. Per lui dunque il capoluogo adriatico è un pezzo del suo cuore. Bastianich e La Terza Classe si lanciano così nell’esecuzione di “Feathered Indians”. A seguire “This good man”, brano scritto da Bastianich nel periodo della pandemia con la voglia di ridare speranza alla gente che è sempre in grado, a suo dire, di tirare fuori il lato da “good man”.

Ancora un brano della tradizione americana, “The girl I love don’t pay me no mind”, che è uno dei migliori momenti di tutto il concerto. Si passa poi alla celeberrima irlandese “Whiskey in the jar” che Bastianich e La Terza Classe fanno alla loro maniera rendendo in pieno tutto il loro amore per il folk. C’è spazio anche per il bluegrass più moderno con “Dust in a baggie”.

Viene quindi invitata a salire sul palco Dolcenera: insieme cantano prima il tradizionale “When the saints go marching in” e poi una cover da brividi di “Purple Rain” di Prince. Alla fine Dolcenera scherza con Bastianich: “… abbiamo fatto un incontro musicale, il prossimo avverrà ai fornelli”. L’istronico Bastianich brinda con il Pecorino Abruzzese e lascia sul palco La Terza Classe che si esalta nel grande classico “Got my Mojo Working”. Bastianich torna sul palco sul finale del brano.

Parte poi “Will the circle be unbroken”, il momento più intimo di tutto il concerto. Il finale è favoloso con una lunga jam che sfocia in “Iko Iko”. È stato un live sorprendente e trascinante che ha evidenziato la grande bravura de La Terza Classe e di Joe Bastianich, sempre più uomo di spettacolo a trecentosessanta gradi: sul palco è emersa la passione di quest’ultimo verso la musica tradizionale americana e la voglia di far conoscere sempre più al grande pubblico il suo essere musicista ed artista di spessore.

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