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Confindustria L’Aquila – Abruzzo Interno su vicenda cementeria Sacci S.p.A.

da Redazione

Il direttore Carlo Imperatore: “Il prossimo lunedì 25 luglio scadrà l’attuale concessione di cui la società, fin dal 2010, ha avanzato domanda di rinnovo”

confindustria L'Aquila logoL’AQUILA – Confindustria L’Aquila – Abruzzo Interno, con riferimento alla prospettata chiusura della cementeria SACCI S.p.A. di Cagnano Amiterno (Aq), a seguito della mancata autorizzazione da parte della Regione Abruzzo di rinnovo della concessione mineraria, esprime preoccupazione per la drammatica situazione economica e sociale che andrà a determinarsi sul territorio.

Il direttore di Confindustria L’Aquila – Abruzzo Interno, Carlo Imperatore, ha inviato ieri una lettera al Presidente e Vicepresidente della Giunta Regionale, auspicando il tempestivo intervento degli Uffici regionali competenti per la risoluzione delle problematica e scongiurando un’ulteriore duro colpo all’economia delle aree dell’Abruzzo interno.

“Il prossimo lunedì 25 luglio scadrà l’attuale concessione di cui la società, fin dal 2010, ha avanzato domanda di rinnovo; senza la possibilità di poter estrarre la materia prima dalla miniera contigua allo stabilimento, la produzione cesserà e la fabbrica sarà di fatto inutilizzabile” – si legge nella missiva inviata ai rappresentanti regionali.

“Peraltro, circostanza se possibile ancora più grave, la mancata adozione di tale atto amministrativo da parte dei competenti Uffici della Regione Abruzzo, renderà impossibile procedere al programmato trasferimento di azienda alla CEMENTIR S.p.A. Infatti SACCI S.p.A. è in concordato preventivo in continuità e la relativa proposta omologata dal Tribunale fallimentare di Roma si fonda sulla cessione a detta società del ramo produttivo della SACCI stessa, al fine di salvaguardare i livelli occupazionali ed i creditori. Una delle condizioni vincolanti per tale cessione è proprio il rinnovo della concessione di Cagnano: se ciò non dovesse avvenire SACCI S.p.A. sarà dichiarata in fallimento con le immaginabili gravissime conseguenze”.