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Cinema, Camillo Faieta premiato dalla città di Spoltore

da Redazione

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SPOLTORE – Camillo Faieta aveva 25 anni quando ha festeggiato il suo primo compleanno in America: c’era andato per inseguire il sogno di lavorare nel cinema hollywoodiano. Un sogno realizzato quasi 25 anni dopo, scelto per la grande produzione “Ford v Ferrari” diretta da James Mangold. Nel cast Matt Damon, Christian Bale, Remo Girone nel ruolo di Enzo Ferrari. Ieri mattina (8 luglio 2021) con la sua famiglia ha incontrato il sindaco Luciano Di Lorito e ritirato una targa per aver portato Spoltore alla ribalta del cinema internazionale: in particolare è l’inflessione dialettale di Spoltore, in una scena in cui era necessario parlare in italiano, ad aver incuriosito tanti spettatori in paese. “Quando mi è stato detto che bisognava parlare con il dialetto di Modena, ho pensato che era il momento dello spoltorese” ha raccontato al primo cittadino.

Faieta, per anni cameriere (in tempi recenti anche nel ristorante targato Alex Del Piero), adesso lavora come autista per un imprenditore persiano: ma il ruolo nel film di Mangold gli ha aperto anche altre strade legate alla sua passione, come una piccola parte di doppiaggio nel film d’animazione della Disney “Luca”. Tra i suoi prossimi impegni altri due film, uno con il regista Justin Lin (che ha lavorato a vari episodi della saga Fast&Furious). Nell’ambiente ha conosciuto anche Anthony Russo, che assieme al fratello Joe ha diretto il blockbuster Marvel “Avengers: Endgame”: condividono con Faieta le origini spoltoresi, dalla quale proviene la famiglia materna della coppia di cineasti. I due, ha rivelato Faieta, tornano di tanto in tanto anche a Spoltore. L’avventura negli States di Faieta, in ogni caso, non è stata priva di difficoltà: “ho cambiato casa 8 volte” ricorda. “I primi 6 mesi mi svegliavo ogni mattina in un ostello convinto di essere ancora in Italia. Pagavo 11 euro a notte”. Dopo tre giorni la possibilità di smettere di pagare, usando come contropartita il proprio lavoro.

Per Di Lorito la visita di Faieta è stata un onore e un tuffo nel passato: “non ho potuto fare a meno di ricordare quando da ragazzi gli dicevamo preoccupati ‘ma dove vai? È dura, impossibile, lascia stare’. E invece”.

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