PERUGIA – Sfida dal sapore particolare quella di oggi per Andrea Camplone. Il tecnico pescarese è chiamato ad una sfida fratricida nei preliminari dei play off: battere la squadra della sua città per far continuare il sogno del Perugia.
LE DICHIARAZIONI – “Ai pescaresi dico ‘Vinca il migliore’. Abbiamo fatto un campionato strepitoso, quella di domani è come una finale”, queste le dichiarazioni di Camplone, nella conferenza stampa di ieri. “Purtroppo se perdiamo finisce qui. Servirà quindi grande intensità, dato che non ho nulla da perdere. Noi abbiamo due risultati su tre, questo può provocare pressione. Non potremo gestire il risultato, anche perché non è nel nostro DNA”.
UNA VITA IN RIVA ALL’ADRIATICO – Per Camplone oggi sarà il terzo scontro in stagione con la squadra della sua città e dove è cresciuto calcisticamente. Dopo le giovanili, in biancazzurro ha esordito da professionista e ha disputato 9 stagioni (di cui due in A), collezionando 188 presenze ed un gol. Difensore centrale roccioso fu uno dei punti di forza dei biancazzurri nella stagione 1987/88, quella dell’unica salvezza in serie A per gli abruzzesi. Lasciò il Pescara dopo la seconda promozione nella massima serie per accasarsi proprio al Perugia (allora in C1), nell’estate del 1992. Dopo gli umbri disputò due stagioni nell’Ancona e una nel Gubbio dove chiuse la carriera nel 1999.
LA FERITA DA ALLENATORE – Come le gioie, anche il dolore più grande di Camplone, dal punto di vista sportivo è legato a Pescara. Il “fattaccio” risale al 2007. Camplone ha intrapreso la carriera da allenatore da un pò di anni, guidando Penne, Alba Adriatica e Lanciano. Nell’estate del 2007 arriva la chiamata tanto attesa, quella del club biancazzurro. Il tecnico si presenta carico di enusiasmo, ma si deve scontrare in breve tempo con il caos societari e l’ostracismo di gran parte della tifoseria. Così, prima dell’inizio del campionato, il 19 agosto 2007. Non aver mai potuto dimostrare il suo valore alla piazza della sua città rimane una ferita indelebile.
PERUGIA TRA GIOIE E DOLORI – Camplone cercherà oggi di battere il suo passato per far progredire il suo futuro. Con il Perugia il rapporto non è stato sempre facile, ma di soddisfazioni se ne è tolte eccome. Ingaggiato dal club umbro il 12 novembre 2012, centra i playoff, ma manca la promozione, così, a fine torneo, viene sollevato dall’incarico. Prima dell’inizio del torneo, però, viene richiamato e porta la squadra alla vittoria del campionato e della Supercoppa di Lega Pro.
Il resto è storia. Oggi c’è un’altra pagina da scrivere, poco importa se di fronte avrà il suo Pescara. Camplone è ambizioso e punta ad andare in avanti. Magari un giorno tornerà su quella panchina che, nel 2007, assaporò solo per il breve volgere di un’estate per ricucire quella ferita che, ancora oggi, brucia.