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Pescara, il PD critica il Piano Triennale Opere pubbliche

da Redazione

Il Piano, approvato lo scorso 22 febbraio dalla giunta comunale, ha cominciato l’iter per l’esame in Commissione Lavori pubblici

PESCARA – Il Capogruppo PD  al Comune di Pescara, Moreno Di Pietrantonio e il Vicecapogruppo Enzo Del Vecchio in un comunicato  criticano le scelte operate dall’amministrazione Mascia e definiscono il Piano Triennale : un programma senza lavori e con grandi incompiute. Ricordiamo che il Piano Triennale delle Opere pubbliche, approvato lo scorso 22 febbraio dalla giunta comunale , ha cominciato l’iter per l’esame in Commissione Lavori pubblici  e dovrebbe approdare, entro fine aprile in Consiglio comunale. I due consiglieri PD  sottolineano che è maggiore il costo della  carta e dell’inchiostro impiegati per scrivere il Piano delle Opere Pubbliche di quest’anno del costo vivo dei lavori contenuti nel Piano stesso.Si legge nella loro nota:

Nonostante questa amara realtà l’amministrazione Mascia non rinuncia ai toni di entusiasmo e trionfalismo che non possono che generare rabbia e sconcerto per l’approssimazione e la poca avvedutezza sulla programmazione delle poche risorse finanziarie disponibili che pure l’opposizione ha sempre fatto notare.Errori grossolani ed egoismi sfrenati rischiano di consegnare ai pescaresi pericolose incompiute con conseguenze nefaste.

In questa categoria vanno ascritti i lavori di riqualificazione di Corso Vittorio Emanuele che dopo la realizzazione del primo lotto per 1,7 milioni di euro, quello compresa tra Via Ravenna e Piazza della Repubblica, nulla più è previsto per gli anni successivi se non una pseudo somma di €. 300.000 per il 2014 che vuol dire consegnare una cambiale di difficile pagamento alla prossima amministrazione.
Ad analoga sorte è condannata la pedonalizzazione di Piazza Italia che, dopo i lavori per 800.000 euro previsti nell’anno 2012 e non ancora avviati, trova il suo completamento nel 2014 per altri 500.000 euro.Approssimazione, superficialità e disprezzo del denaro pubblico. Non ci possono essere altre definizioni per una amministrazione che utilizza così improvvidamente preziose risorse e soprattutto in un momento di grande difficoltà dell’intero sistema economico e che chiama i cittadini a sostenere una tassazione gravosissima come è confermato proprio in queste ore dall’aumento della TARES che costerà il 40% in più dell’anno precedente.La totale assenza di una visione delle reali necessità della propria comunità e di una confacente programmazione delle priorità è il peggior delitto che una amministrazione possa compiere ed è proprio quello che accade alla Città di Pescara. Una cecità amministrativa che tende a perseguire un (presunto) ritorno di immagine personale a discapito delle concrete e necessarie aspettative dei propri amministrati. In una Città normale, infatti, la congiuntura economica in atto porterebbe alla immediata sospensione dei parziali lavori sopra citati, programmati ma non ancora avviati, per destinare quelle risorse al completamento di altre opere che l’attuale Piano prevede solo negli anni futuri.Di seguito a solo titolo di esempio, e secondo l’ordine dello stesso Piano, i lavori che potrebbero vedere la immediata cantierabilità:

1. Realizzazione parcheggio e parco di Via Gioberti per €. 150.000;
2. Bike sharing e fonti rinnovabili per €. 400.000;
3. Lavori di infrastrutturazione di Via Aterno da Via Gizio a Via Raiale per €. 400.000
4. Completamento Via Maestri del Lavoro per €. 100.000;
5. Riqualificazione e messa in sicurezza di Via Prati per €. 400.000;
6. Parchi urbani in Via Monte Sirente, Via Ronchitelli e Strada Vecchia della Madonna per €. 100.000;
7. Realizzazione copertura fosso Via Caduti per Servizio – Località Fontanelle Via Acquatorbida per €. 200.000;
8. Restauro e risanamento conservativo Teatro Michetti per €. 550.000.

Di fronte a questo quadro desolante delle scelte operate dall’amministrazione Mascia l’opposizione non resterà silente nel corso dell’esame del Piano in Consiglio comunale ribadendo ancora una volta la propria forte contrarietà a questo scellerato ed egoistico modo di amministrare la cosa pubblica.

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