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Arrigo Sacchi: “Bisogna puntare sui giovani”

da Rita Consorte

Arrigo Sacchi, Coordinatore tecnico delle Nazionali Giovanili al seguito dell’Under 21, si è concesso ai giornalisti per analizzare l’attuale stato del mondo del calcio.

Occorrerebbe una base, il nostro calcio crede poco ed investe poco.  In Italia c’è una grande storia solamente e c’è grande entusiasmo per il calcio da parte della gente, ma manca tutto il resto a partire dalle infrastrutture. Altre Nazioni investono di più di noi, penso alla Svizzera ad esempio, l’Uefa l’anno scorso ha diramato alcune statistiche ed anche Cipro ci è avanti in tal senso. L’anno scorso in una partita in Germania ho fatto un calcolo: nella loro selezione Under 21 c’erano elementi che nel complesso avevano totalizzato 250 presenze in Serie A, nella nostra appena 10.

Se penso alla Francia, hanno 13 giocatori titolari in A e 3 che hanno già giocato in Champions League, noi appena 3 giocatori titolari nella massima serie. Ultimamente le cose stanno andando un po’ meglio, ma fino a due anni fa alcuni come Insigne giocavano in C, altri come Immobile non giocavano ed altri ancora come Capuano scendevano in campo ad intermittenza. Il nostro non è un campionato per giovani, le società non hanno pazienza e competenza: il nostro è un calcio per vecchi”.

La sua analisi continua e si fa sempre più dura:

“qui si vive alla giornata e si naviga a vista, con i giovani non si può. Il nostro è un calcio prudente e sparagnino, non adatto ai giovani. Le rivoluzioni non si fanno dall’alto ma dal basso. Dobbiamo capire questo innanzitutto. In Italia c’è solo la cultura della vittoria senza partire dal metodo e riconoscerne il merito. Riforme, competenza e pazienza sono i cardini dai quali partire”.

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