Gennaio, 2019

27gen18:0020:30Al Teatro di Via Quatrario a Sulmona in scena Etty Hillesum

fantacadabra 27 gennaio

Quando

(Domenica) 18:00 - 20:30

Dove

Piccolo Teatro di Via Quatrario

Via Giovanni Quatrario, 81, 67039 Sulmona AQ

Informazioni sull'evento

La cooperativa Fantacadabra teatro e il TSA Teatro Stabile d’Abruzzo, in occasione della Giornata della Memoria, domenica 27 Gennaio alle ore 18 presso il Teatro di via Quatrario a Sulmona presenteranno lo spettacolo "Etty Hillesum" elogio dell'amore per la Giornata della Memoria. Con Laura Tiberi e Santo Cicco. Immagini video Santo Cicco Regia Mario Fracassi.

“Ci sono esistenze di uomini e donne che pure in situazioni inumane, ci hanno lasciato e lasciano testimonianze straordinarie per come sono riuscite a salvare “la sorgente buona nell’umano”, senza lasciarsi schiacciare totalmente da ciò che la realtà esterna distrugge.”

È il caso di Etty Hillesum (1914-1943), giovane donna ebrea olandese, che desiderava fare la scrittrice, ma che troppo presto ha dovuto condividere la sorte di altri milioni di ebrei; a soli 29 anni, la sua entusiastica esistenza è stata annientata nel campo di Auschwitz. Vogliamo proporre uno spettacolo che non sia solo rievocazione, ma occasione per confrontarci oggi con una vicenda umana che ha molto da dirci. L’ intelligente e disarmante partecipazione di Etty agli eventi del proprio tempo, la sua ricerca interiore, la straordinaria capacità di raccontarsi nella scrittura, i suoi interrogativi sulla differenza tra donne e uomini. Lo spettacolo vuole essere un’ode al suo altruismo radicale, alla sua incontenibile ironia, al suo impetuoso spirito. Etty Hillesum, giovane ebrea, prima deportata nel campo di smistamento di Westerbork, poi trasferita ad Auschwitz dove trova la fine chiedendo di essere «un balsamo per molte ferite», raccontando la Shoah diviene fonte per molte domande e riflessioni su un mondo in cui infinite persecuzioni e violenze ci impongono la necessità di “fare memoria”. Nello spettacolo è Etty che parla cercando di indicarci la strada della bellezza contribuendo a renderci capaci di indagare sull’oggi, sulla nostra storia e le nostre chiusure, sui nostri campi e le nostre deportazioni.

Chi è Etty Hillesum? Etty è una giovane donna di Amsterdam, intensa e passionale. Legge Rilke, Dostoevskij, Jung. È ebrea, ma non osservante. I temi religiosi la attirano, e talvolta ne parla. Poi la realtà della persecuzione comincia a infiltrarsi nel suo destino. «...La nostra distruzione si avvicina furtivamente da ogni parte, presto il cerchio sarà chiuso intorno a noi e nessuna persona buona che vorrà darci aiuto lo potrà oltrepassare». Ma, quanto più il cerchio si stringe, tanto più Etty sembra acquistare una straordinaria forza dell’anima. Non pensa un solo momento, anche se ne avrebbe l’occasione, a salvarsi. Pensa a come potrà essere d’aiuto ai tanti che stanno per condividere con lei il «destino di massa» della morte amministrata dalle autorità tedesche. Confinata a Westerbork, campo di transito da cui sarà mandata ad Auschwitz, Etty esalta, persino in quel «pezzetto di brughiera recintato dal filo spinato», la sua capacità di essere un «cuore pensante». Se la tecnica nazista consisteva innanzitutto nel provocare l’avvilimento fisico e psichico delle vittime, si può dire che su Etty abbia provocato l’effetto contrario. A mano a mano che si avvicina la fine, la sua voce diventa sempre più limpida e sicura, senza incrinature. Anche nel pieno dell’orrore, riesce a respingere ogni atomo di odio, perché renderebbe il mondo ancor più «inospitale». La disposizione che ha Etty ad amare è invincibile. Sul diario aveva annotato: «“Temprato”: distinguerlo da “indurito”». E proprio la sua vita sta a mostrare quella differenza.

“Mio Dio, forse possiamo anche contribuire a disseppellirti dai cuori devastati di altri uomini. Sì, mio Dio, sembra che tu non possa far molto per modificare le circostanze attuali ma anch'esse fanno parte di questa vita. Io non chiamo in causa la tua responsabilità, più tardi sarai tu a dichiarare responsabili noi. E quasi a ogni battito del mio cuore, cresce la mia certezza: (...) tocca a noi aiutare te, difendere fino all'ultimo la tua casa in noi. Esistono persone che all'ultimo momento si preoccupano di mettere in salvo forchette e cucchiai d'argento – invece di salvare te, mio Dio”